Nigeria. Sfugge ai rapitori l’ultimo allievo della Bethel Baptist High School
Il ritorno a casa del giovane Treasure Ayuba chiude una vicenda straziante durata più di due anni
Treasure Ayuba, l’ultimo prigioniero dei 121 studenti rapiti dalla Bethel Baptist High School nello stato nigeriano di Kaduna nel 2021, è sfuggito ai suoi rapitori. La sua fuga pone fine a una vicenda straziante durata più di due anni.
Il 5 luglio 2021, individui armati, ritenuti pastori Fulani radicalizzati, presero d’assalto la scuola situata vicino alla metropoli di Kaduna, rapendo 121 studenti. Nei mesi successivi, gli studenti furono rilasciati in gruppi man mano che le richieste di riscatto venivano soddisfatte. Tuttavia, Ayuba, che aveva solo 12 anni al momento del rapimento, è rimasto prigioniero fino a venerdì scorso, quando finalmente è arrivata la notizia del suo ritorno a casa.
Il past. Israel Akanji, presidente della Nigerian Baptist Convention, che sovrintende alla Bethel High School, ha espresso profondo sollievo e gratitudine sui social media dopo il ritorno di Ayuba.
La Convenzione ha dovuto affrontare l’arduo compito di negoziare con i rapitori, pagando infine la cifra sbalorditiva di 250 milioni di naira nigeriane, ovvero oltre 311.000 dollari (250.000 sterline), per il rilascio degli studenti negli ultimi due anni, ha affermato Open Doors USA in una dichiarazione a The Christian Post.
Joseph Hayab, presidente della sezione dello Stato di Kaduna dell’Associazione cristiana della Nigeria, ha dissipato le voci secondo cui Ayuba aveva scelto di restare con i suoi rapitori, e ha chiarito che i rapitori avevano pianificato di trattenere Ayuba per convertirlo.
La fuga di Ayuba è stata un’impresa audace e rischiosa. È riuscito a sfuggire ai suoi rapitori, muovendosi di notte e nascondendosi durante il giorno. Grazie all’aiuto di alcuni cacciatori che l’hanno aiutato a raggiungere la sua città natale, è riuscito finalmente a ricongiungersi con la sua famiglia.
Sono subito iniziate le cure necessarie per i traumi vissuti da Ayuba, che ora ha 14 anni. In un’intervista telefonica, Hayab ha condiviso ulteriori dettagli sul calvario del ragazzo, ad esempio che gli era stata concessa una certa libertà all’interno dell’enclave dei rapitori e occasionalmente gli veniva data una paghetta. Nonostante ciò, l’impatto psicologico della sua prigionia è innegabile.
La situazione nel nord della Nigeria è sempre più pericolosa, soprattutto per le comunità cristiane. Il famigerato rapimento di 276 studentesse da parte di Boko Haram nello stato di Borno nel 2014 ha segnato un significativo aumento dei rapimenti a scopo di riscatto. Questa tendenza è continuata, con la violenza che si è diffusa più a sud.
La Nigeria è al sesto posto nella World Watch List per la persecuzione dei cristiani, ma se classificata esclusivamente in base alla violenza, sarebbe al primo posto.
Lo stato di Kaduna è uno dei sei stati della Nigeria nordoccidentale gravemente colpiti dalle attività dei banditi. Centinaia sono stati uccisi e molti altri rapiti negli ultimi quattro anni.
La persecuzione dei cristiani in Nigeria è particolarmente grave: secondo Open Doors, il 90% degli oltre 5.600 cristiani uccisi per la loro fede in tutto il mondo lo scorso anno erano nigeriani.
Mentre, nel suo ultimo rapporto sulla libertà religiosa internazionale, il Dipartimento di Stato americano ha notato un picco di violenze mortali che hanno colpito sia i cristiani che i musulmani in Nigeria. L’Ong Armed Conflict Location & Event Data Project ha riferito che ci sono stati 3.953 civili morti a causa della violenza in tutto il paese nel 2022.