Domenica della Diaconia 2023
La colletta speciale del 3 dicembre a sostegno dei Community Centers
Anche quest’anno la Tavola Valdese ha destinato una colletta speciale alla Commissione Sinodale per la Diaconia, che verrà raccolta in tutte le chiese in occasione del culto del 3 dicembre p.v. La somma ricevuta servirà a supportare le iniziative intraprese a favore della rete nazionale dei Community Centers della Diaconia Valdese – Servizi Inclusione.
Il progetto nasce nel 2017 con 3 sportelli a Milano, Torino, Catania. Oggi la rete si è allargata a 11 Community Centers presenti, oltre alle tre città già citate, anche a Napoli, Roma, Perugia, Genova, Verona, Bologna, itinerante sul territorio Pinerolese e Firenze.
I Community Centers sono spazi dedicati a tutte le persone che si trovano in condizione di vulnerabilità e che sono alla ricerca di informazioni e supporto in ambito legale, lavorativo, abitativo e sociale. Chi accede si confronta con operatori e operatrici che si pongono in ascolto attivo dei bisogni e provano a individuare possibili spazi di orientamento e presa in carico.
Si tratta, per esempio, di uomini soli, donne, nuclei familiari sia di nazionalità italiana sia persone appena arrivate dalla rotta balcanica o mediterranea in cerca di supporto per accedere alla procedura di asilo e all’accoglienza. Infatti, gli sportelli gestiti da Servizi Inclusione della Diaconia Valdese si rivolgono a tutti e tutte, senza discriminazioni di genere, appartenenza o cultura.
Tramite i Community Centers si vuole favorire un rapporto di prossimità con chi si trova in una condizione di forte disagio ma al contempo lavorare per il miglioramento nell’accesso ai diritti, costruendo reti e favorendo il dialogo con istituzioni e altri enti e associazioni che lavorano sul territorio.
Il progetto è nazionale ed è proprio questo sguardo allargato che costituisce un valore aggiunto nel monitoraggio dei bisogni di chi si rivolge agli sportelli, delle difficoltà nell’accesso ai servizi, delle buone prassi a cui ispirarsi e che vanno quindi incentivate e di quelle illegittime che vanno osservate e contrastate. Allo stesso tempo è la diversità dei vari territori che rende ogni Community Center unico: se è vero che dal confronto tra gli sportelli può nascere l’idea di provare a importare strategie funzionanti, è altrettanto importante considerare sempre le peculiarità di ciascun territorio, imparare a conoscerle in punta di piedi per poi acquisire maggiore consapevolezza nell’intervento.
Nei Community Centers si lavora anche molto sulla costruzione individualizzata di percorsi di integrazione sul territorio: questi spazi vogliono essere anche un punto di riferimento e luogo di aggregazione. Colloquio dopo colloquio, emergono allora bisogni e desideri inizialmente taciuti, storie di un vissuto difficile che spesso han bisogno di tempo e, soprattutto, di costruzione di un rapporto di fiducia con gli operatori e le operatrici per venire alla luce. Ne nasce spesso un confronto e uno spazio di socializzazione raro e per questo ancor più prezioso.
Ad esempio, nel caso di persone rifugiate che cercano sostegno, dietro la richiesta di rinnovo di un permesso di soggiorno può esserci la necessità più o meno consapevole di consegnare a qualcuno di cui ci si può fidare una situazione di violenza di genere, un percorso di arrivo in Italia legato alla tratta e allo sfruttamento, una condizione di lavoro non dignitosa, una schiavitù rispetto a un debito contratto, una malattia difficile da condividere perché stigmatizzata nel paese di origine. O ancora, dietro una richiesta di aiuto in casi di disagio abitativo si possono nascondere storie di lavoro non regolare, difficoltà nella gestione delle proprie finanze fino a situazioni di violenza.
Nei Community Center, poi, ci si ritrova per ascoltare una formazione di gruppo sulle tematiche più svariate quali i diritti, la scuola, il lavoro, la casa, la salute; si può partecipare a corsi di lingua italiana di vari livelli.
Agli operatori e alle operatrici capita di incontrare la persona una volta sola oppure decine e decine di volte. Non di rado gli ostacoli sembrano insuperabili ed emerge fortemente quanto il tentativo di supporto sia un’azione controcorrente. Altre volte ci si stupisce di quanto con l’ascolto e la competenza si possa incidere nel dare un po’ più di voce e visibilità a chi spesso rimane senza voce e invisibile.
Con la colletta raccolta domenica 3 dicembre le chiese potranno sostenere e rafforzare l’impegno della Diaconia Valdese a favore delle persone maggiormente vulnerabili, che necessitano di un supporto per poter intraprendere un percorso verso l’autonomia, per superare le sfide e costruire una comunità più forte e coesa.
Nel 2022 la Commissione Sinodale per la Diaconia ha destinato la colletta speciale al supporto delle iniziative intraprese a favore del progetto UNICORE (UNIversity COrridors for REfugees) dedicato al diritto allo studio dei rifugiati.