Farsi carico delle sofferenze altrui
Un giorno una parola – commento a Marco 1, 32
Ascolta la meditazione:
O voi tutti che siete assetati, venite alle acque!
Isaia 55, 1Poi, fattosi sera, quando il sole fu tramontato, gli condussero tutti i malati e gli indemoniati
Marco 1, 32
Gesù con i primi discepoli si è recato a Capernaum di sabato dove ha insegnato in sinagoga, cacciato uno spirito immondo e guarito dalla febbre la suocera di Simone. La notizia della guarigione dell’uomo posseduto si diffonde così in fretta che al calar del sole, quindi a conclusione del sabato, una moltitudine – “tutti” dice il versetto – di malati e indemoniati viene condotta da Gesù affinché sia guarita.
Il ministero di Gesù viene da subito presentato come un binomio di parola e opere, di insegnamenti e guarigioni concrete, di accoglienza senza remore di quella parte di umanità emarginata e bistrattata perché impura.
Possiamo porci molteplici interrogativi tutt’altro che banali di fronte a questo versetto: chi sono oggi le emarginate delle nostre società? Chi gli indemoniati? La guarigione fisica e psicologica può ancora avvenire oggi sotto forma di miracolo divino? Chi è disposto a praticare l’accoglienza materiale e spirituale dei bisogni degli ultimi?
Vorrei però soffermarmi sul ruolo sottinteso di coloro che portano i malati e gli indemoniati da Gesù. Chi sono questi conduttori, “intermediari” della guarigione?
Il testo non lo esplicita, possiamo immaginare fossero familiari e amici dei malati; oppure persone che si preoccupavano per gli ultimi.
Interroghiamoci dunque su questo ruolo “diaconale” che possiamo avere in quanto credenti nelle chiese e nella società, non solo per i nostri cari, ma per tutti coloro che soffrono. Siamo in grado di farci carico delle sofferenze e delle necessità altrui, anche a costo di “portarli” la sera, quando non c’è più luce, quando vorremmo riposarci, concentrarci sui nostri bisogni?
Questa parola ci ricorda che possiamo a qualunque ora fare qualcosa, iniziare ad accompagnare il prossimo in un percorso di ascolto e accoglienza che lo conduca a stare meglio. Amen.