Premio Luchetta. Tre giorni di diritti e d’informazione
Dal 17 al 19 novembre a Trieste si terrà la Ventesima edizione del Premio Giornalistico internazionale Marco Luchetta
«Tre giornate a Trieste dedicate all’approfondimento con importanti firme del giornalismo nazionale e internazionale dove si parlerà della condizione dei bambini nelle zone di guerra e le ripercussioni dei cambiamenti climatici nelle zone più povere del mondo, e ancora delle sparizioni lungo le rotte migratorie. La presenza del premio Nobel Filippo Giorgi per parlare dei cambiamenti climatici e per non dimenticare il Vajont, la presentazione del libro di Riccardo Iacona e Paolo Di Stefano», si legge nel comunicato stampa diramato dai promotori del Premio dedicato a Marco Luchetta.
L’edizione 2023 del Premio Luchetta – curata dalla giornalista e portavoce regionale di Articolo 21 del Friuli Venezia Giulia Fabiana Martini – organizzata da Prandicom si soffermerà in particolar modo sui «Bambini ucraini che nascono nei sotterranei dell’ospedale sotto le bombe della guerra. Bambini che crescono tra i muri del carcere siriano in cui sono detenute le madri ex appartenenti allo stato islamico. Bambini denutriti come i loro genitori nell’Afghanistan in piena crisi economica, ma anche bambini e ragazzi occidentali dalla salute e dalla psiche danneggiate dall’iper-connessione e dalla dipendenza dai social. E le nonne argentine di Plaza de Mayo che quasi cinquant’anni dopo continuano a indagare sulla scomparsa dei nipoti sotto il regime militare. Sono i temi dei servizi vincitori del Premio giornalistico internazionale Marco Luchetta, dedicato alla troupe Rai trucidata da una granata a Mostar nel 1994 mentre realizzava un servizio sui bambini senza nome. Oltre a Marco Luchetta perirono Alessandro Saša Ota e Dario D’Angelo. Il Premio onora anche la memoria di Miran Hrovatin, assassinato a Mogadiscio con Ilaria Alpi nello stesso anno». La manifestazione, promossa annualmente per sostenere la sensibilizzazione sull’infanzia violata e minacciata in tutto il mondo, è giunta alla ventesima edizione.
Dal 17 al 19 novembre prossimo Trieste sarà dunque una Capitale del giornalismo che «denuncia e s’interroga sui problemi del mondo, aprendosi anche alla strettissima drammatica attualità del conflitto israelo-palestinese con un focus nella serata di apertura di venerdì 17».
Sabato 18 una serie d’incontri si soffermerà sui temi delle conseguenze dei cambiamenti climatici, nelle esistenze di centinaia di milioni di persone nel sud del mondo, dei conflitti dimenticati, di quelli sotto gli occhi di tutti, degli scomparsi sotto le dittature o nelle rotte migratorie e delle condizioni giovanili a rischio anche nelle aree di maggiore benessere.
Tra gli esperti internazionali che interverranno, c’è il climatologo Filippo Giorgi (Premio Nobel per la pace 2007) mentre Riccardo Iacona, conduttore di Presa Diretta su Rai3, presenterà nel sessantennale della tragedia il libro “Mai più Vajont” (Fuoriscena) curato insieme a Paolo Di Stefano inviato del Corriere della Sera.
I vincitori del Premio giornalistico internazionale Marco Luchetta 2023 di quest’edizione sono Vincenzo Frenda del TG2, nella categoria TVNews con La vita che nasce sotto terra, servizio dall’ospedale di Zythomyr in Ucraina, dove il reparto maternità è stato spostato nel sottosuolo e i bambini vengono al mondo tra continui rischi di esplosioni e black-out; Celine Martelet di Middle East Eyes, nella categoria Stampa internazionale con Syria: Abandoned by their countries, children of Islamic State women educated in prison, racconto della dura vita delle donne straniere, detenute in una prigione del nord-est della Siria, assieme ai loro figli; Marco Gualazzini, di InsideOver, nella categoria Fotografia con Fame di sanzioni – e questo sarà il nostro Afghanistan, che documenta il dramma di Shazia Saydi, madre di sette figli che non riesce a garantire le cure necessarie alla sua piccola Setayesh, sofferente di malnutrizione acuta; Sabrina Carreras, Lisa Iotti, Irene Sicurella e Antonella Bottini di Presa Diretta Rai3, nella categoria Reportage con La scatola Nera, analisi delle gravi conseguenze che l’abuso di internet e dei social media produce nei giovanissimi, tra i 9 e i 20 anni, con modificazioni della struttura celebrale e boom di ansia, depressione e rabbia e, allo stesso tempo, un viaggio nelle scuole che hanno cominciato a mettere in pratica esperienze di educazione e prevenzione; Elena Basso, di la Repubblica, nella categoria Stampa italiana con L’Argentina ti cerca, con un resoconto dell’ostinazione delle nonne che non hanno smesso di cercare la verità sui nipoti scomparsi nell’Argentina degli anni Settanta.
I premi, assegnati da una Giuria (composta da autorevoli giornalisti e direttori di testata) presieduta da Maria Concetta Mattei, saranno dunque consegnati nella giornata conclusiva di domenica 19 al Teatro Miela condotta dalla giornalista Marinella Chirico.
«Molti altri sono stati i temi trattati dai finalisti – si legge ancora nel comunicato stampa -: l’abuso e l’abbandono di bambini disabili nell’Ucraina in guerra, i bambini drogati e criminali della Liberia, l’emarginazione nelle zone ad alta delinquenza della civilissima Svezia, il dramma dei rifugiati siriani in Turchia, le mutilazioni genitali femminili in Kenya, la vita dei piccoli malati di cancro per le conseguenze di Cernobyl, le storie del carcere minorile Malaspina di Palermo».
La tre giorni del Premio sarà aperta venerdì 17 alle ore 18 all’Auditorium del Museo Revoltella con un focus sul tema del conflitto israelo-palestinese intitolato La guerra cancella i bambini e le bambine: un premio per riaccendere la luce condotto da Maria Concetta Mattei, presidente di Giuria, direttrice della Scuola di Giornalismo di Perugia e volto storico del TG2 e della TV italiana, con la partecipazione di Daniela Schifani Corfini Luchetta, presidente della Fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin, che si concentrerà sulle attività della Fondazione e sul perché vent’anni dopo abbia ancora un senso promuovere un premio giornalistico.
A seguire, i contributi di Luisa Morgantini, già vicepresidente del Parlamento europeo con l’incarico alle politiche europee per l’Africa e i diritti umani e fondatrice e membro della Delegazione per le relazioni con il Consiglio legislativo palestinesi, di Francesco Battistini, inviato del Corriere della Sera e scrittore, di Anna Maria Selini, giornalista autrice del podcast Oslo 30 sulla pace mancata tra israeliani e palestinesi, del giornalista israeliano Haggai Matar e della giornalista palestinese Rawan Odeh Odeh in collegamento con l’auditorium.
La giornata di sabato, in programma al Teatro Miela, sarà dedicata agli approfondimenti sull’attualità con cinque panel.
Il tempo è finito con il climatologo Premio Nobel Filippo Giorgi e Nadia Zicoschi di Tv7 e Tg1, tratterà le ripercussioni dei cambiamenti climatici nelle zone povere del mondo tra crollo delle aspettative di vita, migrazioni forzate e abbandono scolastico.
Ucraina 21 mesi dopo, con Vincenzo Frenda del Tg2, Luciana Coluccello di Piazzapulita-LA7, Dan Johnson di BBC News e Martina Pluda, direttrice per l’Italia di Human Society International, organizzazione internazionale per la protezione degli animali, sarà un focus sui problemi dell’infanzia in Ucraina.
Per fare un albero ci vuole un bambino si concentrerà sul ruolo dell’informazione nella promozione della letteratura per l’infanzia, in vista del 39° Congresso di IBBY International, in programma a Trieste dal 30 agosto al 1 settembre 2024.
A intervenire Elisabetta Lippolis, formatrice ed educatrice alla lettura, vice presidente di IBBY Italia.
Ci sono guerre che non fanno più notizia con Celine Martelet di Middle East Eyes, Fermin Torrano di Nuestro Tiempo e Marco Gaulazzini di InsideOver, che inquadrerà le violenze contro l’infanzia nelle zone di guerra ignorate dalla considerazione internazionale.
Sparire all’improvviso, con Elena Basso di la Repubblica, Raffaella Cosentino di RaiNews, Alessandra Ballerini, avvocata per i diritti umani e legale della famiglia di Giulio Regeni, e Gianfranco Schiavone, presidente di Ics-Consorzio italiano di solidarietà, porterà l’attenzione sulle morti e le scomparse di massa in un mondo pur globalizzato e dominato dai social.
La società fragile con Lisa Iotti, Sabrina Carreras, Irene Sicurella, Antonella Bottini di Presa Diretta Rai3 e Sabrina Pisu de L’Espresso, che evidenzierà le diverse vulnerabilità delle periferie esistenziali del nostro Paese e dell’Europa più evoluta.
Nel corso della serata sarà presentato anche il libro Mai più Vajont (Fuoriscena un volume completo su una delle più grandi tragedie dell’Italia di cui ricorre il sessantennale, con gli articoli e i reportage più importanti sul caso, la ricostruzione della lunga battaglia giudiziaria, delle strumentalizzazioni politiche, della sprezzante indifferenza verso la gente comune e delle connivenze tra funzionari pubblici e gruppi industriali, la discriminazione nei confronti di Tina Merlin e la lezione ancora attuale alla luce dell’incombente crisi ambientale.