Chiamati e chiamate a operare la riconciliazione
Un giorno una parola – commento a II Corinzi 5, 19
Ascolta la meditazione:
Dio dice: «Io infatti non voglio contendere per sempre né serbare l’ira in eterno»
Isaia 57, 16Infatti Dio era in Cristo nel riconciliare con sé il mondo, non imputando agli uomini le loro colpe, e ha messo in noi la parola della riconciliazione
II Corinzi 5, 19La parola riconciliazione mi riporta sempre alla mente l’esempio laico, enorme e collettivo di Nelson Mandela, che nel 1994, dopo ventisette anni di prigionia, viene eletto primo presidente del Sudafrica libero e comincia a guidare il paese in un difficile processo di transizione politica post-apartheid. Uno degli elementi fondamentali è la creazione di una “Commissione per la verità e la riconciliazione”, per creare un clima di collaborazione e porre le basi per una reale pacificazione tra ex oppressi e oppressori.
Sappiamo però che ad oggi non tutto è risolto in Sudafrica: le conseguenze delle discriminazioni dell’apartheid continuano ancora a pesare sulla società, la distribuzione della ricchezza, l’organizzazione degli spazi urbani.
La riconciliazione umana dei popoli dopo decenni di violenza e sopraffazione è dunque possibile? L’interrogativo si pone con forza anche di fronte alla stringente attualità.
L’apostolo Paolo parla prima di tutto di una riconciliazione diversa.
È quella altissima e perfetta di Dio con il mondo attraverso l’incarnazione e il sacrificio di Cristo. Dio facendosi uomo in Gesù ha preso su di sé le colpe e i peccati dell’umanità, cancellando il male per sempre e liberandoci dal suo peso.
Subito dopo l’apostolo aggiunge che, tramite quest’operazione ineguagliabile di salvezza, Dio ha deposto negli esseri umani il seme della parola riconciliante.
Ecco che il messaggio di Paolo è rivolto a tutti e tutte noi, nella nostra imperfezione e nei piani microscopici delle nostre esistenze: chiamati a operare la riconciliazione, invitate a far rifiorire relazioni inaridite, ristabilendo un dialogo bloccato, ad appianare conflitti o risentimenti sopiti, operando un andare incontro all’altro che non cancelli la sofferenza e i problemi ma intervenga su cause e responsabilità per riparare i torti.
Che questo versetto sia l’occasione per riflettere concretamente sulle persone con le quali dovremmo riconciliarci. A me ne è già venuta in mente una. Amen.