Il mondo che vorrei
Un weekend per catecumeni ed ex-catecumeni della val Pellice coronato dal culto per la domenica della Riforma
Un articolo a più mani, curato da Stefano D’Amore, Jessie Delaurenti, Michel Charbonnier, Davide Rostan, Anais Scaffidi Domianello.
Il mondo che vorrei è il titolo dell’incontro che ha riunito alla Rocciaglia (Angrogna, provincia di Torino) due animatrici giovanili distrettuali, tre pastori e diciassette tra catecumeni ed ex-catecumeni della val Pellice per un week-end (27-29 ottobre) conclusosi con l’organizzazione del culto della Riforma, celebrato insieme alle chiese del I Circuito al tempio di Pradeltorno. Un modo per stare insieme, ma anche per riflettere sul mondo che abbiamo intorno. Un mondo in cui spesso, come abbiamo scoperto, difficoltà e ingiustizie occupano prepotentemente il nostro immaginario, portandoci a pensare che il mondo che non vorremmo frequentemente coincide con la realtà di ciò che accade tutti i giorni attorno a noi.
Due i testi che ci hanno guidato nella nostra riflessione biblica. Il primo, Isaia 35, dal quale abbiamo appreso che per quanto grandi possano essere le nostre difficoltà, per quanta paura possiamo avere, per quanto ci sembri difficile immaginare un futuro, sappiamo che questa condizione non è solo nostra, che il Signore ci accompagna in questo cammino difficile e ci permette nella sua promessa di intravedere la possibilità di un mondo diverso.
Il secondo, le beatitudini di Matteo 5, ci ha guidato nella riscoperta dei significati che stanno dietro parole o espressioni che usiamo poco, e che Gesù usa invece per annunciare un cambiamento radicale. Ci siamo chiesti: chi sono per noi i mansueti oggi? Chi sono i “poveri in Spirito”? Come tradurremmo nel nostro linguaggio la parola “beati”? Constatare anche in questi giorni segnati da violenti conflitti in tutto il mondo, che coloro che si adoperano per la giustizia, che provano a costruire la pace, che annunciano perdono, sono e sono stati anche in passato spesso perseguitati ingiustamente non ci ha messo di buon umore. Ma questo non ci ha allontanato dalla promessa del Regno di Dio, che abbiamo voluto condividere, insieme alle riflessioni emerse durante il weekend, con una cinquantina di partecipanti al bel culto pomeridiano.
Speriamo che ci siano altre occasioni come questa, e che l’esperienza possa essere di ispirazione per iniziare un percorso di riflessione su questi temi anche nelle nostre comunità, partendo dall’idea che fare cose come mangiare, pregare, giocare e discutere insieme, sia il fondamento per creare e rafforzare le relazioni all’interno delle nostre comunità, rendendole luoghi accoglienti e in cui anche i più giovani possano riscoprire un posto in cui stare bene insieme e insieme immaginare e, passo dopo passo realizzare, il mondo che vorrebbero per sé e per gli altri.