Le comunità islamiche italiane su Gaza e Israele
L’Ucoii: «Pregare affinché una giusta pace possa finalmente regnare in Medio Oriente». La Grande Moschea di Roma: «Si fermino immediatamente le violenze, che cessino le armi, che vinca l’amore sull’odio»
«Facciamo appello a tutte le comunità islamiche italiane a pregare affinché una giusta pace possa finalmente regnare in Medio Oriente», si legge in una nota dell’Unione delle Comunità islamiche in Italia (Ucoii) che «con dolore e profonda angoscia, sta seguendo ciò che accade in queste ore».
«Di fronte a questa nuova escalation – scrive l’Ucoii – è necessario che la politica internazionale si assuma le sue responsabilità affrontando il conflitto in maniera seria ed equilibrata. L’Ucoii – si legge – esprime solidarietà a tutta la popolazione civile auspicando che siano tutelati tutti i luoghi sacri».
«Siamo preoccupatissimi – ricorda il presidente dell’Unione, Yassine Lafram su La Repubblica – e stiamo vivendo giorni di angoscia. Guerra e terrorismo non possono che generare morte e distruzione. Siamo dalla parte di tutte le vittime civili: sia palestinesi, sia israeliane. I bombardamenti a tappeto su Gaza hanno portato a oltre 2200 i morti palestinesi, di cui almeno 700 i bambini, e altre migliaia di feriti, senza contare le decine di migliaia a cui è stata bombardata la casa senza e dunque trovandosi senza un posto dove poter andare».
«In Italia e nel mondo, le religioni hanno un ruolo molto importante durante le crisi, quello di essere l’acqua santa che spegne il fuoco dell’odio e spezzare le catene del circolo vizioso della violenza», così afferma – raggiunto dall’agenzia di stampa Servizio informazione religiosa (Sir) – l’imam Nader Akkad della Grande Moschea di Roma (il Centro culturale islamico d’Italia – l’unico riconosciuto giuridicamente). Un appello alla pace, «mentre dal Medio Oriente giungono notizie di assedi, violenze e distruzione».
«Il dialogo interreligioso dal Concilio Vaticano II – prosegue l’Imam –, ha fatto passi importanti, che ci hanno portati alla Dichiarazione di Abu Dhabi sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune e all’Enciclica Fratelli Tutti. […] È necessario, oggi, un appello comune dai leader religiosi mondiali per fermare le guerre e ogni tipo di violenza tra i fratelli di ogni fede e credo. […] In questo momento doloroso per la crescita della violenza nel Medio Oriente – prosegue l’imam -, prego Dio Clemente e Misericordioso, che intervenga nei cuori delle persone, che si fermino immediatamente le violenze, che cessino le armi, che vinca l’amore sull’odio, e che ci sia una vera e duratura pace tra tutti i fratelli che vivono nella Terra Santa».