Appello congiunto degli organismi di chiese per soccorrere la popolazione nella regione del Caucaso

Lettera della Conferenza delle Chiese europee (Kek) e del Consiglio ecumenico delle Chiese (Cec) per chiedere all’Unione Europea più sforzi per la popolazione armena

Guerre su guerre. Violenza e dolore.

La Conferenza delle Chiese europee (Kek) e il Consiglio ecumenico delle Chiese (Cec) esprimono grave preoccupazione all’Unione europea per la situazione nel Caucaso legata all’esodo della quasi totalità della popolazione di etnia armena del Nagorno-Karabakh.

Una lettera congiunta della Kek e del Cec è stata inviata il 12 ottobre a Josep Borrell, Alto Rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza e a Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione Europea, firmata dal Segretario Generale della Kek Jørgen Skov Sørensen e dal Segretario Generale del Cec, il pastore Jerry Pillay. 

«Alla luce degli sviluppi successivi, in particolare del massiccio esodo di armeni dal Nagorno-Karabakh, ci appelliamo all’UE e a tutti i membri della comunità internazionale affinché forniscano un sostegno umanitario immediato e duraturo ai rifugiati, in particolare ai più vulnerabili e ai membri più poveri della comunità, che non dispongono ancora di un’assistenza adeguata per soddisfare le loro esigenze di base in termini di cibo, riparo e cure mediche, nonché di istruzione per i loro figli».

La lettera chiede all’UE di aumentare sostanzialmente il sostegno finanziario per la fornitura di assistenza umanitaria essenziale.

«Desideriamo inoltre richiamare la vostra attenzione sui timori di possibili ulteriori incursioni territoriali da parte dell’Azerbaigian nell’Armenia meridionale, con l’intenzione di stabilire con la forza un collegamento territoriale con la sua enclave di Nakhchivan», prosegue la lettera. «In questo contesto, il ruolo dell’UE in Armenia assume un significato molto più importante».

La Kek e il Cec esprimono grande apprezzamento per l’importante contributo già fornito dalla missione dell’UE nel monitorare la situazione lungo una parte del confine orientale dell’Armenia con l’Azerbaigian. «Tuttavia, con il drammatico cambiamento delle circostanze nella regione, siamo convinti che sarà necessario un sostanziale rafforzamento del personale e delle risorse della Missione dell’UE per mitigare il rischio di eventuali incursioni e per contribuire a ripristinare la fiducia tra la popolazione armena», si legge nella lettera. «Un altro fattore chiave per le future relazioni nella regione sarà il modo in cui l’Azerbaigian tratterà il patrimonio religioso e culturale armeno nel Nagorno-Karabakh».