16 ottobre 1943, il rastrellamento del ghetto ebraico di Roma
Uno degli episodi più tragici degli anni della Seconda guerra mondiale
Erano le 5 e 30 del 16 ottobre 1943, un sabato mattina, quando le truppe naziste decidono di entrare nel quartiere (il ghetto ebraico) di Roma in via Portico d’Ottavia per mettere in atto un vasto rastrellamento. I residenti delle comunità ebraiche sono tranquilli, il tenente colonnello Kappler aveva chiesto loro e alla comunità ebraica romana, appena due giorni prima di quella tragica data che oggi ricordiamo, cinquanta chili d’oro per offrire salvezza.
L’inganno arriva presto, la notte del 16 ottobre alle prime luci dell’alba, i tedeschi rastrellano il ghetto. Urla, violenze, camion, cani, fucili e insulti svegliano le persone (1259 vite) di soprassalto, sino a pochi minuti prima rassicurate dalle promesse fatte dai gerarchi nazisti e ancora addormentate nelle loro «tiepide case».
1023 di queste persone, dopo una breve detenzione, saranno poi deportate ad Auschwitz. Alla fine della guerra solo «sedici» persone torneranno in Italia nelle loro «non più tiepide case».
Il rastrellamento di Roma è rappresentativo di quanto fu terribile la persecuzione antiebraica avvenuta in Italia (e in tutta Europa) ad opera delle truppe tedesche di occupazione.
La terribile retata nazista nel Ghetto di Roma è stata raccontata con lucidità straordinaria da Giacomo Debenedetti nel suo libro 16 ottobre 1943 (oggi disponibile grazie all’editore Sellerio) e che la casa editrice Magnes Press dell’Università ebraica di Gerusalemme ha da poco ripubblicato.
Piazza Giudia: la retata degli ebrei, 1943 di Sergio Zavoli è certamente uno dei documentari più interessanti dedicato al 16 ottobre ’43 e che ricostruisce il rastrellamento attraverso documenti e testimonianze dirette ed è disponile sul sito di Rai Play .
Ogni 16 ottobre è il giorno per non dimenticare e che ci ricorda anche di non dimenticare ogni giorno.