A 25 anni dalla pace in Irlanda del Nord i leader delle chiese si incontrano a Roma

Prima un culto congiunto nella chiesa valdese di Piazza Cavour e poi un seminario per fortificare gli accordi di Belfast del 1988

Con l’accordo del Venerdì Santo che ha compiuto 25 anni lo scorso aprile, il Church Leaders Group – i leader della Chiesa d’Irlanda (anglicana), delle Chiese metodiste e presbiteriane in Irlanda, della Chiesa cattolica romana e del Consiglio irlandese delle chiese – si sono incontrati a Roma il 28 settembre per prendere parte a un seminario speciale in occasione dell’ anniversario dell’accordo di Pace che pose fine a decenni di guerra civile in Irlanda del Nord. 

Organizzato congiuntamente dagli ambasciatori britannico e irlandese presso la Santa Sede e dai rappresentanti ufficiali del Regno Unito e dell’Irlanda presso lo Stato della Città del Vaticano, i leader della Chiesa sono stati invitati a partecipare a seguito di un evento simile che le ambasciate avevano ospitato in occasione del 20° anniversario nel 2018. Il seminario, che si è svolto presso il Pontificio Collegio Irlandese, ha esplorato anche il ruolo che le chiese e i leader religiosi svolgono nella costruzione della pace e nella riconciliazione in modo più ampio.

La visita di due giorni è iniziata con una funzione religiosa congiunta guidata dai cinque leader della Chiesa presso la Chiesa Evangelica Valdese in Piazza Cavour a Roma

Da Roma, in un comunicato congiunto, i leader delle chiese irlandesi e nord irlandesi hanno affermato: «Vorremmo ringraziare gli ambasciatori britannico e irlandese presso la Santa Sede per il loro gentile invito a prendere parte a questo importante evento. È una gradita opportunità per trascorrere del tempo, non solo riflettendo sulle nostre vicende negli ultimi 25 anni, ma anche guardando al futuro, evidenziando la nostra comune fedeltà a Gesù come Signore e la responsabilità di tutti i cristiani di lavorare per la pace, ovunque si trovino. Siamo grati a tutti coloro che hanno lavorato per garantire che l’accordo di Belfast del Venerdì Santo potesse entrare in vigore. Siamo attenti anche a tutti coloro che hanno sofferto, e continuano a soffrire, a causa di inutili violenze nel corso dei decenni».

«Come singoli cristiani e come leader nelle nostre rispettive tradizioni cristiane – si legge ancora -, siamo impegnati a lavorare verso la visione di un’isola con relazioni restaurate, dove tutti possono prosperare e partecipare pienamente alla nostra vita comune. Questo è il nostro impegno condiviso per la riconciliazione e la costruzione della pace nell’isola d’Irlanda. Mentre continuiamo a riconoscere le evidenti sfide che ci sono ancora, vogliamo riconoscere ancora una volta che l’importante e vitale opera della pace è ancora un’opera incompiuta, un’opera che siamo tutti impegnati a perseguire attivamente per il bene comune, per tutti i popolo dell’Irlanda, del nord e del sud».

Il testo prosegue: «Accogliamo con favore l’opportunità che questo seminario ci offre di condividere i nostri pensieri collettivi e le nostre riflessioni personali in un incontro così importante, poiché avviene in un momento in cui nutriamo grande preoccupazione per lo stato della nostra fragile pace. Dobbiamo ricordare che la firma dell’accordo non ha segnato la fine del viaggio verso la pace in Irlanda del Nord. Ha semplicemente segnato i primi passi vacillanti lungo una strada molto lunga verso un futuro nuovo, più luminoso e condiviso… plasmato dalla tolleranza e dal rispetto per le nostre differenze e dal riconoscimento della necessità di una maggiore comprensione e riconciliazione».

«I principi dell’accordo erano basati su “partenariato, uguaglianza e rispetto reciproco” e sullo sviluppo delle relazioni Nord/Sud, Est/Ovest e all’interno della stessa Irlanda del Nord. Come affermiamo anche nella prefazione “…riflettendo su quanta strada abbiamo percorso, dobbiamo apprezzare appieno i sacrifici che sono stati fatti mentre acquisiamo una visione per ciò che ci aspetta. Nel cammino dal Venerdì Santo alla Pasqua, dalla morte alla vita nuova, come persone di fede crediamo che l’amore è più forte dell’odio e che la luce della speranza risplende nell’oscurità…”».

I leader delle chiese dell’isola d’Irlanda hanno concluso: «Siamo grati a Dio che l’accordo negoziato un quarto di secolo fa, sebbene non perfetto, abbia trasformato il conflitto in Irlanda del Nord, salvando innumerevoli vite. La nostra preghiera è che il seminario di oggi, e la nostra partecipazione insieme ad altri, contribuiscano a una più ampia comprensione delle nostre origini e della speranza che abbiamo per il futuro, quando le comunità accetteranno di riunirsi».

Al seminario sono intervenuti il Rev.do Andrew Forster, Presidente del Consiglio irlandese delle Chiese, il Rev.mo Eamon Martin Roman, Arcivescovo cattolico di Armagh e Primate di tutta l’Irlanda, il Rev.mo John McDowell, Arcivescovo di Armagh e Primate della Chiesa d’Irlanda, il reverendo dottor Sam Mawhinney, moderatore della Chiesa presbiteriana in Irlanda e il reverendo David Turtle, presidente della Chiesa metodista in Irlanda, il reverendo Trevor Gribben, cancelliere dell’Assemblea generale e segretario generale della Chiesa presbiteriana in Irlanda, e la reverenda Heather Morris, segretaria generale della Chiesa metodista in Irlanda.