Lo scopo del “giorno del Signore”
Un giorno una parola – commento a Isaia 30, 26
Ascolta la meditazione:
La luce della luna sarà come la luce del sole e la luce del sole sarà sette volte più viva, come la luce di sette giorni assieme, nel giorno che il Signore fascerà la ferita del suo popolo e guarirà la piaga da lui fatta con le sue percosse
Isaia 30, 26
Mediante le sue lividure siete stati guariti
I Pietro 2, 24
Parola biblica o trailer di un film di fantascienza, del genere catastrofista (non usiamo “apocalittico” per definirlo, come ci inducono a fare i media: sappiamo che l’Apocalisse biblica è una cosa ben diversa e soprattutto fonte di speranza e non di angoscia), con tanto di esplosione di una stella nei pressi del nostro pianeta o cose simili? Apparentemente potrebbe sembrare che il versetto di oggi appartenga al secondo genere, con la descrizione di una situazione futura al di fuori di ogni esperienza umana e potenzialmente letale.
Diamo un giusto peso a queste parole quando ci concentriamo su ciò che vogliono in particolare annunciare: il “giorno del Signore”. Non si parla di un giorno futuro il cui arrivo può essere compreso con un’attenta e metodica osservazione del presente; questo è senz’altro il lodevole compito della scienza, immaginare il domani attraverso l’analisi del dì d’oggi e dei comportamenti di noi, abitanti di questo oggi.
Parlare di giorno del Signore è invece un discorso di fede; non neghiamo la plausibilità delle descrizioni scientifiche, ma confessiamo di credere in un futuro come dono del Signore, un evento completamente oltre le possibilità non solo umane, ma dell’intero creato. Dunque, il profeta che ne parla non si lancia in una sua descrizione, è oltre le sue e nostre parole; sottolinea la totale alterità rispetto a ogni esperienza umana.
Quello che invece Isaia annuncia è lo scopo di questo giorno del Signore che attendiamo: non la distruzione, ma la guarigione: questo è sì un termine che ben comprendiamo e che racconta un’esperienza che fa parte della nostra esistenza. La guarigione come dono gratuito e improvviso di Dio, ma che ha a che fare con la nostra vita; dono che domani la trasformerà, ma che in speranza comincia a trasformarla già oggi, quando ne udiamo l’annuncio.