Ancora grandi divari nell’accesso al lavoro in Italia

Ancora ampi divari fra Nord e Sud, fra uomini e donne. Poi c’è il tema della fatica e dello stress. Intervista a Serafino Negrelli dell’ Università di Milano

L’Istituto Iassc (Studi avanzati del cambiamento sociale) del dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale dell’Università di Milano-Bicocca ha reso noti i dati di “Italian Lives” (Ita.Li), un’ampia indagine longitudinale e pluriennale con l’obiettivo di cogliere numerose indicazioni su vari ambiti della società italiana.

Con Serafino Negrelli, Direttore del Osservatorio Iassc e docente del dipartimento di Sociologia e ricerca sociale, ci siamo concentrati sui dati legati al lavoro. Intanto, restano alcuni divari trasversali: le donne tendenzialmente continuano ad entrare più tardi nel mondo del lavoro, con una differenza marcata tra l’età media nel Nord e nel Sud; il sondaggio rileva ancora l’effetto di stereotipi e mentalità arretrate, ma la buona notizia è che questo divario si sta riducendo.

Al tempo stesso, i lavoratori nel complesso dichiarano di essere molto provati, fisicamente, dal lavoro, e anche di sentire lo stress per l’alta pressione a cui sono sottoposti, spesso per ritmi eccessivi. Nel complesso si rileva anche la diffusa percezione di non avere possibilità di fare carriera.

Puoi ascoltare qui l’intervista:

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