Ridare senso alla parola amore

Un giorno una parola – commento a Efesini 4, 15

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Signore tu mi conosci, tu mi vedi, tu provi quale sia il mio cuore verso di te

Geremia 12, 3

Seguendo la verità nell’amore, cresciamo in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo

Efesini 4, 15

Se c’è qualcuno che ai nostri giorni può ridare un senso alla parola “amore” è Gesù. Perché la realtà dei giornali, delle televisioni, del glossario stereotipato col quale si descrivono i fatti di cronaca, ci rimanda un amore inquinato. Amore inquinato dal senso di possesso, dall’odio, dalla vendetta, dalle frustrazioni personali e la voglia di rivalsa. Uomini che uccidono le donne perché “le amano troppo”. Figli super-viziati per “troppo amore”, ma in realtà abbandonati alla loro solitudine, riempiti di soldi e automobili e privati di affetto. L’incapacità di amare è incapacità di relazione che o si vive come dominio o non si vive. Quando l’apostolo Paolo si rivolge agli Efesini è per fare crescere la comunità nell’amore di Cristo. Superando dissidi, rivalità, autoritarismi, mettendo al centro Cristo e non i personalismi. Riecheggia I Corinzi 13 e la superiorità dell’amore come nuovo modello relazionale. La verità di Cristo è nell’amore. Non c’è prima una religione da apprendere, come fosse una lingua straniera. Non ci sono prima dogmi, precetti, asserzioni veritative e, successivamente, una generica raccomandazione “vogliamoci bene”. La verità di Cristo è amare. E lui ce lo ha mostrato di che pasta è fatto il suo amore. Che non giudica e non opprime. Che non gode dell’ingiustizia, non si vanta e non è concentrato sull’interesse personale. Crescere nella fede è far crescere la propria vita, personale e sociale, sotto il segno di questo tipo di amore, l’unico degno di questo nome. Il resto è falso, è menzogna, è vivere nelle tenebre dell’egoità, che può essere dell’io tronfio che mette al centro se stesso, ma anche di una comunità che si isola e diventa autoreferenziale. Ma anche di una società, di una nazione che si sente superiore alle altre. Il colonialismo, vecchio e nuovo, in tutte le sue forme, politiche e culturali, poggia su un’idea di suprematismo. Così sarà finché l’amore non uscirà dalle chiese e diventerà paradigma politico. Amen.