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Una ricca estate al Musée du Désert

Musée du Désert: non si tratta della ricostruzione dell’ambiente più arido della terra, bensì della rievocazione di un periodo particolare della storia protestante francese, conosciuto appunto come “Désert”, tra la revoca dell’editto di Nantes (1685) e la rivoluzione francese (1789), caratterizzato da forti persecuzioni, dalle cui conseguenze furono toccati anche i valdesi al di qua delle Alpi. Deserto come periodo difficile, di isolamento, quindi, ma anche simbolo che rievoca l’esodo del popolo di Israele dall’Egitto verso la Terra promessa.

Da più di un secolo (1911) Mialet, piccolo borgo di meno di 600 abitanti nelle Cevenne (dipartimento del Gard, Occitania) ospita, nella casa che fu di uno dei capi della resistenza ugonotta, Pierre La Porte detto Rolland (1680-1704), un museo dedicato a queste vicende e alla lotta dei “camisard”, come erano appunto chiamati gli ugonotti che si ribellarono alle persecuzioni avviando una vera e propria lotta di resistenza. Una ventina di stanze dedicate alle varie fasi di questa lotta, ma anche alla vita quotidiana, alla Riforma (sezione aggiunta nel 2019, che permette di avere uno sguardo più ampio sulla storia del protestantesimo francese), con oggetti significativi quali documenti e libri antichi, tra cui la stessa Bibbia di Rolland, armi e oggetti di uso quotidiano risalenti al 1700.

Ogni estate vengono proposte attività, laboratori, mostre temporanee, conferenze all’aperto, la grande assemblea di fine estate di cui abbiamo parlato più volte su Riforma novità di quest’anno, che rende la visita al museo ancora più suggestiva, le guide notturne il lunedì sera alle 21,30 e in costumi d’epoca. Piccola curiosità, alcuni costumi sono quelli utilizzati per la realizzazione del film La Traversée du Désert (1995, si può trovare su YouTube).

Un’altra proposta suggestiva del Musée sarà l’assemblea notturna, sabato 22 luglio, al Mas Soubeyran, nell’atmosfera delle assemblee clandestine dell’epoca del Désert, un culto con le comunità protestanti della zona.
Oltre a queste iniziative, i visitatori potranno approfittare di tre esposizioni temporanee: una dedicata a Jean de Léry (1534-1613), fuggito alle persecuzioni, che andò alla ricerca di una nuova vita nelle terre ignote del Brasile; un’esposizione della pittrice canadese Noémie Pons, che rievoca i chiaroscuri dei paesaggi e della storia delle Cevenne; e infine un’esposizione di André Chamson (1900-1983), scrittore, poeta, antifascista e attivo nella Resistenza.

L’estate si concluderà con la consueta Assemblée, il grande incontro dei protestanti della zona, intorno al tema Voyageurs sur la terre (et la mer): des Huguenots au grand large, che rievoca la storia già citata di Jean de Léry. Sfuggito al massacro della notte di San Bartolomeo, partecipò a una spedizione per fondare una colonia francese riformata nella baia di Rio de Janeiro. Vent’anni dopo quella esperienza, scrisse Histoire d’un voyage faict en la terre du Bresil, dove raccontò quel viaggio tra le popolazioni indigene come un percorso di conversione.

Ma saranno rievocate anche altre storie, da quella più conosciuta dei rifugiati ugonotti dopo la revoca dell’editto di Nantes in vari paesi, alle storie dei missionari della Société des Missions di Parigi in Africa e in Nuova Caledonia, tra Ottocento e Novecento.

Tutte le informazioni si trovano qui: https://www.museedudesert.com/index.php



Foto: il Musée du Désert, di Daniel VILLAFRUELA, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Mialet-Mas_Soubeyran-Mus%C3%A9e_du_d%C3%A9sert-20120901.jpg