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La Chiesa di Scozia ricorda la tragica battaglia di Montecassino

Una delle battaglie alleate più combattute e violente della Seconda Guerra Mondiale, Montecassino, sarà commemorata in modo permanente in una chiesa di Edimburgo con l’installazione di una panchina che riconosce il sacrificio di coloro che hanno perso la vita lì e altrove nella “Campagna d’Italia”.

Un evento che segna anche il legame di oltre 70 anni tra la tragica battaglia e la chiesa parrocchiale di Blackhall St Columba, nel nord-ovest della città.
Il legame risale infatti al 1952, quando l’allora ministro di culto, il pastore R.W. Watson Mathewson, portò la “Croce di Montecassino” a Blackhall St Columba.

La croce, di semplice costruzione lignea, fu realizzata per il sig. Mathewson da un membro del Corpo dei Pionieri mentre prestava servizio a Montecassino come cappellano militare. Da allora, la croce si trova nel tempio della capitale scozzese.

Il signor Mathewson, che ha prestato a sua volta servizio come cappellano presso il 2° Battaglione delle Guardie Scozzesi in Italia e Palestina, ha scritto in seguito: «Quando l’ho vista per la prima volta, sono rimasto deluso; la traversa sembrava troppo lunga e sproporzionata. Poi mi sono reso conto che questo era l’unico tipo di croce che i Pionieri erano soliti fare; una croce da porre sulla tomba di un soldato, la cui traversa doveva essere abbastanza lunga da contenere il nome, il grado, il numero e l’unità. Così l’ho lasciata com’era, un simbolo perfetto dell’amore globale di Dio in Cristo per l’individuo…».

Questo legame si è riacceso quando la Montecassino Society è venuta a conoscenza dell’esistenza della croce in seguito a un articolo della rivista Life and Work sulla ristrutturazione del tempio di Blackhall St. Columba.

Questo è stato il terzo anno in cui a Blackhall St Columba si è tenuto un culto speciale di commemorazione e per celebrare l’occasione la Montecassino Society ha donato una panchina commemorativa da collocare accanto al monumento ai caduti di Blackhall, nel parco della chiesa che si affaccia sulla trafficata Queensferry Road.

La battaglia di Montecassino, durata quattro mesi, fu una delle più aspre della campagna d’Italia: una forza alleata multinazionale, comprendente truppe provenienti da Gran Bretagna, India, Canada, Nuova Zelanda, Sudafrica, Stati Uniti, Polonia, Francia e Regno d’Italia, cercò di ottenere il controllo della montagna strategicamente vitale e della sua abbazia del VI secolo sulla strada per Roma. Montecassino cadde infine il 18 maggio 1944, ma con un costo stimato di 55.000 vittime fra entrambi i fronti e fra i civili. Si ritiene che i difensori tedeschi abbiano perso 20.000 morti o feriti durante la battaglia, mentre un numero simile di civili italiani è stato ucciso durante la battaglia o nei raid aerei che hanno distrutto l’abbazia e la vicina città di Cassino. Da allora la città e l’abbazia sono state ricostruite.
La cerimonia di commemorazione, che ha incluso l’inaugurazione della panchina, ha rispecchiato la composizione internazionale dell’esercito alleato a Montecassino.

Tra i partecipanti c’erano il Console canadese, il Console neozelandese, il Console generale della Repubblica di Polonia e il Console generale indiano, che hanno deposto corone.
Corone sono state deposte anche da rappresentanti ufficiali dei Cameron Highlanders, dei Seaforth Highlanders, dei Cameronians (Scottish Rifles), della Royal British Legion Scotland, della Montecassino Society e della Kirk Session e della congregazione di Blackhall St Columba’s. Molti altri hanno partecipato, alcuni in rappresentanza di altre organizzazioni, ma molti semplicemente per ricordare i parenti che hanno servito, combattuto e, in alcuni casi, dato la vita durante le battaglie.

L’attuale pastore, Fergus Cook, ha dichiarato: «Dalla varietà di rappresentanti internazionali che si sono riuniti, insieme a persone di ogni provenienza, si evince che la lotta contro la tirannia, l’oppressione e la dominazione è una responsabilità di tutti.
La nostra lettura durante la funzione, tratta dal profeta Michea, parla di un tempo in cui “la nazione non alzerà più la spada contro la nazione e non impareranno più la guerra”. In questo momento di nuovi conflitti in Europa, è particolarmente importante che tutti si riuniscano non solo per ricordare e onorare coloro che hanno combattuto in passato, ma anche per riconoscere la futilità e la crudeltà della guerra e per lavorare insieme per prevenire, mitigare e fermare ulteriori conflitti».