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Storica visita del patriarca di Antiochia in Terra Santa

Mor Ignatius Aphrem II, patriarca siro-ortodosso di Antiochia e di tutto l’Oriente, ha compiuto una storica visita in Terra Santa dal 4 al 9 maggio scorso. Sono passati 58 anni dall’ultima volta che un patriarca siro-ortodosso, Yacoub III, è stato autorizzato ad entrare nei Luoghi Santi, era il giugno 1966. Poi la tragica guerra dei sei giorni che ha cambiato il volto del Medio Oriente, e ha irrigidito posizioni e dialoghi.

Il patriarca è stato ricevuto da delegazioni di leader e rappresentanti delle varie chiese e dal presidente della Commissione presidenziale superiore palestinese per gli affari ecclesiastici, in rappresentanza del presidente palestinese. Il 4 maggio, a Gerusalemme, il corteo del Patriarca si è diretto verso la Basilica del Santo Sepolcro per l’ingresso ufficiale. II Patriarca di Antiochia ha dichiarato: «Le nostre radici sono in questa terra. La mia presenza qui oggi è la realizzazione di un desiderio, e fa parte del mio dovere visitare la Chiesa e i nostri “figli”, isolati dal resto dei figli della Chiesa a causa della politica. Questa visita è stata organizzata anche in un’occasione molto importante: l’insediamento del vescovo Mor Anthimos Jack Yakoub come vicario patriarcale per Gerusalemme, la Giordania e la Terra Santa».

La Chiesa siro-ortodossa ha una lunga e ricca storia in Terra Santa. I siriaci hanno conservato le loro tradizioni e la loro cultura e hanno manifestato la loro fede e la loro speranza con un ricevimento solenne da parte del Patriarca Mor Ignatius Aphrem II a Betlemme il 7 maggio. Nove gruppi scout hanno aperto il corteo del patriarca, che ha attraversato le strade della città fino alla piazza della Natività. Qui il patriarca è stato accolto dal primo ministro palestinese, dalle autorità religiose e civili della città e da una folla di fedeli.

Il Primo ministro palestinese Mohammad Shtayyeh ha commentato: «Questa visita è benedetta, e per noi è una visita storica. Come ha detto Nostro Signore, l’uomo non vive di solo pane, e l’uomo palestinese cerca dignità e autostima. Da Gesù abbiamo anche imparato che siamo il sale della terra e non permetteremo che il sale diventi insipido, perché se il sale perde il suo sapore, con cosa lo renderà salato? Aspettiamo anche la visita del Patriarca copto perché lo scenario sia completo».

I cristiani di tutto il Medio Oriente hanno affrontato grandi difficoltà negli ultimi anni: violenze, persecuzioni e sfollamenti, le loro chiese sono state distrutte e le loro case bruciate, come in Iraq, con l’ascesa dell’Isis.

II Patriarca Aphrem ha ricordato come «Il cristianesimo sta attraversando uno dei momenti più difficili della storia moderna, e in questa regione in particolare. Penso a quello che è successo dall’inizio della cosiddetta “primavera araba”, in Iraq, con l’emigrazione di oltre il 90% dei cristiani iracheni. Questo vale anche per la nostra Chiesa, dato che più del 90% dei siriaci è fuggito dall’Iraq, un duro colpo. Poi c’è stato un nuovo spostamento di cristiani, in particolare in Siria, dove sono stati rapiti due vescovi, a cui è seguita l’emigrazione di massa dei cristiani, perché la presenza cristiana sembra essere un ostacolo per qualcuno a portare avanti alcuni dei piani della Regione. È un grave peccato svuotare questa terra dai cristiani, soprattutto qui in Palestina, a Betlemme, a Gerusalemme, in Terra Santa. È impossibile immaginare la Terra Santa senza i cristiani, e lo stesso vale per la Siria, il Libano, l’Iraq, la Giordania, tutte queste aree dove è nato il cristianesimo. Il nostro mandato e la nostra missione sono di mantenere la nostra presenza qui. La nostra visita non è solo per le pietre, ma per gli esseri umani, per riunire i credenti che proteggono i nostri diritti e i nostri luoghi sacri. Dio vi benedica».