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Eresia: anima del femminismo

Martedì 9 maggio alle ore 18 si tiene il secondo incontro del II ciclo di «Eretiche», progetto dell’Osservatorio interreligioso sulle violenze contro le donne (Oivd).

Il primo ciclo di carattere interreligioso si è aperto con il dialogo a partire dal libro Eretiche, donne che riflettono, osano, resistono, di Adriana Valerio, cattolica, il cui tema è stato esplorato da teologhe appartenenti alle tre religioni abramitiche: Shulamit Fürstenberg Levi, ebrea, Minoo Mirshahvalad, musulmana, e Letizia Tomassone, valdese.

Il secondo ciclo degli incontri sarà invece sul tema: «Eresia: anima del femminismo». «Riteniamo che la categoria Eresia sia sigillo dell’intera cultura femminista – si legge nel comunicato stampa dell’Oivd –, proprio per l’attitudine a collocarsi fuori dalla violenza ermeneutica del pensiero patriarcale. Esso prevede la partecipazione di donne di associazioni che rappresentano vari profili del femminismo. Vorremmo ragionare con loro che, in questi contesti, hanno lavorato, pensato, inventato, pratiche insieme ad altre donne e scambiare i loro punti di vista con i nostri, le cui radici si collocano in pluralità di femminismi, fecondati dal vento della spiritualità/fede».

Le ospiti dell’incontro del 9 maggio sono: Marina Santini e Luciana Tavernini.
Marina Santini, dopo essere stata responsabile del Centro Documentazione del Corriere della sera, ha scelto di insegnare materie letterarie, storia e filosofia negli Istituti superiori. L’interesse per la politica l’ha avvicinata alla Libreria delle donne di Milano: partecipa da oltre vent’anni alla redazione ristretta di via Dogana. Ha scritto su Marina del Goleto, su Herrada di Hohenburg (SEI, 1996) e, con Claudia Poggi, in Donne e Bibbia nel Medioevo (Il pozzo di Giacobbe, 2011). È una delle autrici della mostra del 2005 su quarant’anni del femminismo a Milano Noi utopia delle donne di ieri, memoria delle donne di domani. Ha curato con Alessio Miceli il libro di Vita Cosentino, Scuola. Sembra ieri è già domani. L’autoriforma come trasformazione della vita pubblica, (Moretti & Vitali 2016).

Luciana Tavernini ha lavorato come sociologa e come professoressa di lettere in corsi per adolescenti, adulte/i e donne straniere, scrivendo anche testi per la scuola. Ha partecipato fin dall’inizio alla Pedagogia della differenza. Ha scritto su Rosvita di Gandersheim in Libere di esistere (SEI, 1996); con Danna, Niccolai e Villa, Né sesso né lavoro. Politiche sulla prostituzione (VandA. epublishing, 2019). Scrive recensioni e saggi per varie riviste, anche online. Ha tradotto dallo spagnolo il libro di María-Milagros Rivera Garretas, Emily Dickinson. Vita d’amore e poesia (VandA.edizioni, 2021) e vari saggi. Ha curato nel 2021con Vita Cosentino Non sembra, ma è una grande occasione, Quaderni di via Dogana, Libreria delle donne.

Insieme hanno partecipato alla Comunità di pratica e riflessione pedagogica e ricerca storica. Successivamente alla Comunità di Storia vivente di Milano e ora SAMI; insegnano Historia viviente al master in Studi della differenza sessuale presso l’Università di Barcellona. Hanno curato per anni la programmazione del Circolo della rosa e organizzano incontri. Hanno scritto su Cristina di Belgiojso, (Bellinzona, 2007); una storia del femminismo italiano Mia madre femminista. Voci da una rivoluzione che continua (Il Poligrafo, 2015); con altre o La spirale del tempo. Storia vivente dentro di noi (Moretti & Vitali, 2019).

Per partecipare all’incontro che si svolgerà su piattaforma Zoom è necessario inoltrare la richiesta all’indirizzo: [email protected].