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Il Consiglio ecumenico delle chiese esprime seria preoccupazione per le restrizioni imposte alla celebrazione della cerimonia del Fuoco Santo

Il Consiglio ecumenico delle Chiese (Cec) si è unito al Patriarcato greco-ortodosso di Gerusalemme e al Patriarcato armeno nell’esprimere seria preoccupazione per le restrizioni imposte dalla Polizia di Israele alla celebrazione della cerimonia del Fuoco Santo, nella Chiesa del Santo Sepolcro, il prossimo Sabato Santo 15 aprile.

«Questa cerimonia pasquale è una delle più importanti per le Chiese ortodosse e le altre Chiese orientali, per la comunità cristiana in Terra Santa e per i pellegrini provenienti da tutto il mondo», ha dichiarato il segretario generale del Cec, il pastore Jerry Pillay. «Le restrizioni includono un limite di 2.000 fedeli (rispetto ai 10.000 degli anni precedenti), 200 poliziotti all’interno della chiesa e posti di blocco in tutta la Città Vecchia di Gerusalemme (che impediscono l’accesso ai fedeli e alla successiva processione)».

Pillay ha affermato che queste restrizioni che riguardano la cerimonia del Fuoco Santo sono considerate dalle chiese e dai cristiani di Terra Santa come non necessarie e di profondo impatto sulla loro libertà religiosa, sul benessere spirituale e sul morale.

«Negli ultimi anni i leader delle Chiese di Gerusalemme hanno rilasciato diverse dichiarazioni congiunte che evidenziano la crescente minaccia alla comunità cristiana di Terra Santa da parte di elementi estremisti radicali nella società israeliana», ha dichiarato Pillay. «Il Ce chiede alle autorità israeliane di riconsiderare queste pesanti restrizioni e di astenersi da misure che mettono ulteriormente a rischio la continuità del culto, della vita e della comunità cristiana nella città e nella regione da cui nasce la nostra fede».