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I leader religiosi kenioti invocano la pace

Dopo aver insistentemente chiesto il dialogo per porre fine alle violente proteste antigovernative, i leader religiosi kenioti hanno accolto con favore le consultazioni tra il presidente William Samoei Ruto e il leader dell’opposizione Raila Amollo Odinga. I due leader hanno ricordato la necessità di dover affrontare le questioni critiche che preoccupano l’Africa orientale. Ieri 4 aprile con la Pasqua alle porte si sono incontrati anche leader di gruppi protestanti, cattolici, musulmani e della società civile.

«È un peccato che sia stato necessario versare così tanto sangue keniano e distruggere così tante proprietà prima che la voce della ragione (potesse) prevalere», ha detto ai giornalisti presenti l’arcivescovo cattolico Martin Kivuva Musonde, presidente della Conferenza dei vescovi cattolici del Kenya.

Musonde, arcivescovo di Mombasa e Thegu Mutahi, moderatore della Chiesa presbiteriana e lo sceicco Muhdhar Khitamy, del Consiglio supremo dei musulmani del Kenya, hanno invece letto parti della dichiarazione congiunta.

I leader religiosi formeranno un comitato ristretto congiunto sulle questioni di interesse comune: «la lotta alla povertà, alla disuguaglianza e alla disoccupazione; che sia garante di mezzi di sussistenza dignitosi; un comitato che possa consolidare la coesione e l’unità nazionale e combattere l’insicurezza, una tra preoccupazioni».

Odinga, aveva guidato le prime proteste il 20 marzo scorso chiedendo che il governo affrontasse l’aumento del costo della vita, accertasse il vincitore dell’ultimo voto presidenziale e formasse un governo inclusivo. Sebbene Odinga avesse affermato che le proteste sarebbero state pacifiche, i leader cristiani e musulmani si sono allarmati quando le manifestazioni hanno invece preso una piega violenta con scontri tra giovani e forze di polizia. Il 27 marzo l’incendio di una chiesa presbiteriana e di una moschea a Kibera sono stati il culmine evidente di tali violenze.

«Mentre accogliamo il gesto di pace dei nostri leader, esprimiamo le nostre profonde condoglianze alle famiglie che hanno subito un lutto per le morti avvenute durante i giorni di scontri. Preghiamo che Dio vi conceda consolazione e pace», ha detto Mutahi.

«Dobbiamo chiedere continuamente ai nostri leader, al governo e all’opposizione il loro ascolto per implementare soluzioni praticabili ai problemi. In questo modo salvaguarderemo la pace e la democrazia, proteggeremo le nostre vite e quelle delle nostre generazioni future», ha rilevato Khitamy.