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La Corte d’appello accoglie la causa per la protezione di Oak Flat, un sito sacro per gli Apache in Arizona

La lotta per salvare Oak Flat, una striscia di terra di 6,7 miglia quadrate a est di Phoenix considerata sacra dagli Apache e da altri nativi americani, è tornata in tribunale la scorsa settimana.

Con una mossa che il giornale “Arizona Republic” ha definito «inusuale», martedì 21 marzo un collegio di 11 giudici ha ripetuto le discussioni nella causa Apache Stronghold contro gli Stati Uniti presso la Corte d’Appello del 9° Circuito degli Stati Uniti a Pasadena, in California. In passato abbiamo raccontato le vicende simili di un altro sito, Standing Rock in North Dakota, nel pieno della riserva dei nativi Sioux (https://riforma.it/it/articolo/2016/11/15/le-acque-di-standing-rock).

Il caso era stato precedentemente esaminato da un collegio di tre giudici, che l’estate scorsa, con una sentenza di 2 contro 1, aveva stabilito che il governo poteva procedere con il trasferimento di Oak Flat a Resolution Copper. La società, di proprietà del gigante minerario britannico-australiano Rio Tinto, intende trasformare il sito in una miniera di rame sotterranea.

Apache Stronghold – una coalizione di Apache e altre popolazioni native, diversi leader religiosi, importanti gruppi ambientalisti, il Congresso Nazionale degli Indiani d’America e altri – ha sostenuto che ciò violerebbe i diritti religiosi di molti Apache e altri nativi americani che da tempo immemorabile tengono cerimonie nel sito.
«Oak Flat è il luogo in cui il mio popolo è venuto a connettersi con il nostro Creatore per millenni, e abbiamo il diritto di continuare questa sacra tradizione», ha commentato il fondatore di Apache Stronghold, Wendsler Nosie Sr., in una dichiarazione scritta dopo l’udienza.

«Oggi ci siamo presentati in tribunale per questo diritto, determinati a fermare coloro che pensano che il nostro luogo di culto possa essere trattato in modo diverso solo perché non ha quattro mura e un campanile».

Repairers of the Breach, un’organizzazione no-profit guidata dal vescovo William J. Barber II e dal reverendo A. Kazimir Brown, ha ospitato un “incontro spirituale” online prima dell’udienza.

È uno dei numerosi gruppi religiosi che sostengono Apache Stronghold, tra cui la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, gli Avventisti del Settimo Giorno, l’Islam and Religious Freedom Action Team del Religious Freedom Institute, la Christian Legal Society, la Jewish Coalition for Religious Liberty e la Sikh Coalition.

La distruzione di Oak Flat, conosciuta in Apache come Chi’chil Biłdagoteel, danneggerebbe irreparabilmente l’espressione e le pratiche religiose dei primi abitanti della regione.
Una serie di cerimonie Apache possono avere luogo solo a Oak Flat, un «luogo benedetto» dove gli Apache credono che dimorino i Ga’an, guardiani o messaggeri tra il popolo e Usen, il creatore, secondo i documenti del tribunale.

Secondo Joan Pepin, avvocato del Servizio Forestale degli Stati Uniti, il sito comprende anche il terzo più grande deposito di minerali di rame al mondo.
Il Congresso ha approvato il trasferimento del terreno alla Resolution Copper nel 2014, nell’ambito del National Defense Authorization Act, in cambio di 6.000 acri in un altro luogo. Pepin ha fatto notare in tribunale che l’azienda ha preservato un altro sito, chiamato Apache Leap, per usi religiosi e culturali.

La decisione sul caso non è prevista nell’immediato.


Foto di Patrick Dockens