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Il segretario del Consiglio ecumenico delle chiese in visita al patriarca Bartolomeo

Il segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese (Cec), il pastore Jerry Pillay, ha visitato il Patriarcato Ecumenico di Istanbul, in Turchia, dal 10 all’11 marzo. Si tratta della prima visita ufficiale del nuovo segretario generale del Cec a una chiesa membro da quando ha assunto le sue funzioni il 1° gennaio 2023.

Riconoscendo il rapporto duraturo tra il Patriarcato ecumenico ortodosso e la comunione delle Chiese del Cec, Pillay ha dichiarato: «Siamo profondamente determinati a lavorare insieme per l’unità e la riconciliazione a prescindere dalle sfide dei tempi, con il Vangelo al centro e come fondamento di questo impegno comune, con coraggio, condividendo la nostra testimonianza per la cura della creazione di Dio».

Il patriarca ecumenico Bartolomeo ha ricevuto calorosamente il segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese e i membri della delegazione, riaffermando a tutti i livelli l’impegno del Patriarcato nel lavoro ecumenico.

Durante i colloqui, Pillay ha fatto ampio riferimento al ruolo significativo del Patriarcato ecumenico nel sodalizio come membro fondatore del Cec e all’importanza del lavoro pionieristico svolto da Bartolomeo per chiedere la protezione dell’ambiente.

Il loro incontro è stato preceduto dal meeting fra la delegazione del Cec e la Commissione sinodale del Patriarcato ecumenico per i dialoghi intercristiani e interreligiosi, per discutere una serie di questioni riguardanti, tra l’altro, le relazioni inter-ortodosse in un contesto post-assembleare, la guerra in Ucraina e le possibilità di azione comune a livello ecumenico e umanitario. Particolare enfasi è stata data alla pianificazione degli eventi del 2025 per il 1700° anniversario del Concilio di Nicea.

«Il Cec non abbandonerà mai il dialogo», ha sottolineato Pillay. «La verità non deve mai temere il dialogo, che è al centro della missione del Consiglio. Sulla base della comprensione reciproca e della diplomazia basata sulla fede, siamo pronti a preparare per le nostre Chiese membro gli spazi che le faciliteranno a riunirsi nello spirito della riconciliazione e del perdono», ha aggiunto. «Siamo in grado di introdurle e accompagnarle anche nelle piattaforme delle organizzazioni internazionali, da utilizzare a loro vantaggio per sensibilizzare su temi di loro specifico interesse».

In riferimento ai recenti terremoti in Turchia e Siria, Pillay ha dichiarato: «Vorrei esprimere ancora una volta il nostro profondo dolore per la perdita senza precedenti di vite umane e la nostra determinazione a essere solidali con le vittime dei terremoti, preparando possibili piani per sostenere le persone colpite e le chiese distrutte».

Al termine delle discussioni, il 10 marzo, Pillay ha dichiarato: «Questo primo incontro con il patriarca ecumenico Bartolomeo è stato un grande incoraggiamento per me personalmente nella mia leadership, un incontro stimolante con un leader ecclesiastico veramente ecumenico, e una riconferma del profondo impegno del Patriarcato a rafforzare e vitalizzare la comunione del Cec a tutti i livelli».

L’11 marzo, la delegazione ha visitato il Monastero della Santissima Trinità e la Scuola Teologica di Halki, sull’isola di Heybeliada nel Mar di Marmara, a Istanbul, che è stata chiusa dalle autorità turche nel 1971 e non è stata autorizzata a riaprire. La Scuola di Halki era il principale seminario teologico del Patriarcato fino alla sua chiusura, ma è ancora in completa funzione e pronta per il giorno in cui le sarà permesso di riaprire.

«Questo è un chiaro caso di cristiani che vivono in un contesto in cui la comunità cristiana sta vivendo un declino dei suoi membri e porta una croce, lottando per mantenere i suoi diritti religiosi», ha dichiarato Pillay. «La riapertura di Halki è direttamente collegata al diritto del Patriarcato ecumenico di garantire la sua continuità e il suo futuro su queste basi, e di assicurare la formazione delle sue giovani generazioni». E ha aggiunto: «È un peccato che queste grandi strutture della scuola non possano essere utilizzate appieno per continuare con l’intenzione originaria di unità cristiana e di sforzi ecumenici».


Photo: Nikolaos Papachristou/EP press