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La chiesa valdese di Firenze al fianco degli operai Gkn

«Vocazione e difesa dei lavoratori e della loro dignità coincidono». Per Francesco Marfè, pastore della Chiesa valdese di Firenze, che ha ospitato nel fine settimana un seggio del referendum indetto dalle tute blu, il sostegno alla lotta degli operai dell’ex Gkn «non fa notizia»: «Sarebbe strano il contrario – dichiara -, se non ci fossimo espressi dalla parte di queste persone» che da oltre un anno e mezzo chiedono diritti e lavoro, dopo l’arrivo delle celebri email di licenziamento.

Dall’inizio della protesta, la chiesa evangelica locale è stata accanto ai lavoratori. Una scelta naturale, dunque, «in continuità e nello spirito del documento del Sinodo sui temi del lavoro, approvato lo scorso agosto a Torre Pellice (qui il testo pubblicato da chiesavaldese.org), tra l’altro», aggiunge il pastore.

La decisione di ospitare anche un seggio del referendum che i lavoratori hanno promosso, rivolto ai cittadini di Firenze, è solo l’ultimo passaggio di un percorso nato mesi fa, a ridosso dei 422 licenziamenti, quando «tanti evangelici hanno partecipato alla grande manifestazione» lanciata dai lavoratori. Era il 18 settembre 2021 e oltre 15mila sfilavano a Firenze, “Insorgiamo” si leggeva sui loro striscioni. Un percorso di solidarietà, quello voluto dalla chiesa evangelica fiorentina, molto concreto e partecipato: «La prima cosa che abbiamo fatto come chiesa, una volta deciso come Concistoro di impegnarci, è stata quella di chiedere un incontro al Collettivo di fabbrica dei lavoratori Gkn, per capire come e chi avremmo potuto aiutare», spiega Patrizia Barbanotti, membro del Concistoro della chiesa valdese del capoluogo toscano. E i lavoratori hanno risposto a partire dai bisogni delle persone, indicando non loro stessi ma altri colleghi dell’indotto, colpiti dal mancato stipendio. «Due famiglie, di cui un nucleo pakistano, che erano rimaste dall’oggi al domani senza alcun introito», alle quali la chiesa protestante fiorentina ha pagato l’affitto di casa. «Abbiamo scelto di impegnare dei fondi della Diaconia comunitaria per un aiuto concreto a sostegno di queste famiglie. Allo stesso tempo abbiamo dedicato altre risorse in diverse forme di supporto, pagando bollette e utenze, coprendo altre spese, garantendo derrate alimentari».

E dopo l’aiuto concreto, il dialogo è continuato. «Abbiamo fatto un’assemblea sui temi del lavoro, lo scorso marzo, invitando gli operai a parlare», prosegue Barbanotti. Fino ad oggi, con l’adesione al referendum, una consultazione popolare autogestita, e l’allestimento di un seggio proprio all’interno dei locali della chiesa. «Ci ha riempito di gioia poter contribuire anche a questo momento, importante dal punto di vista democratico e della sensibilizzazione dei cittadini verso la vertenza, è stata un’esperienza positiva e oltre cinquanta persone hanno espresso il loro voto», aggiunge la rappresentante del Concistoro.

 

Qual è il senso di questa iniziativa? «Un impatto di testimonianza – conclude Barbanotti -. Noi vogliamo dire ai lavoratori che ci siamo e ci saremo». La lotta continua.

Da Nev-Notizie Evangeliche