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Premio Vera Schiavazzi 2022

Il Premio Vera Schiavazzi promosso dall’associazione Allievi del Master in Giornalismo Giorgio Bocca (che ha costituito un Comitato promotore e patrocinato da Associazione Stampa Subalpina, dall’Ordine dei Giornalisti del Piemonte e dal Centro Studi Gino Pestelli) – ineserito in apertura delle tre giornate del Premio Roberto Morrione 26/29 ottobre al Circolo dei Lettori di Torino – è un riconoscimento assegnato dalla giuria a «suo insindacabile giudizio e senza candidature» a una o un giornalista professionista o pubblicista under35, che si sia distinta/distinto, in termini di qualità e rigore giornalistico, nel raccontare notizie su temi cari a Vera Schiavazzi: i diritti, le donne, l’evoluzione della società.

Alla vincitrice o al vincitore sarà anche donato e dedicato un albero che andrà a far parte del «Bosco di Vera», l’iniziativa lanciata dal Premio due anni fa: un gesto simbolico per coltivare la memoria della giornalista (scomparsa 7 anni fa) e le sue idee.

Il 26 dalle 18 presso il Circolo di via Bogino, la serata condotta da Federica Frola giornalista di Sky Sport, ex allieva del master Bocca, sarà anche un’occasione per parlare d’innovazione a Torino. 

Si parlerà di imprese, persone e idee con «il racconto di un ecosistema che cresce» insieme a Andrea Griva, il presidente Sei (School of Entrepreneurship and Innovation) che sarà intervistato dalla/dal vincitrice/tore del Premio. Insieme a Tommaso Tropeano, fondatore e redattore di Strabarriere, spazio online indipendente che si occupa di periferie torinesi.

Previsti gli interventi di Stefano Tallia, presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte; Ezio Ercole, vicepresidente dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte; Giorgio Levi, presidente del centro studi sul giornalismo Gino Pestelli; Mara Filippi Morrione portavoce nazionale del Premio Roberto Morrione; Anna Rossomando, componente del

comitato promotore del Premio; Federica Frola, dell’associazione Allievi del Master in Giornalismo Giorgio Bocca; Cristopher Cepernich, direttore Scientifico del Master in Giornalismo Giorgio Bocca; Marco Ferrando, direttore delle testate del Master in Giornalismo Giorgio Bocca; Silvia Garbarino, presidente dell’associazione Stampa Subalpina e Davide Mancini, figlio di Vera Schiavazzi.

Appuntamento, dunque, il 26 per ricordare la giornalista valdese che: «del giornalismo – scriveva nel 2015 Emmanuela Banfo su Riforma.it – aveva sperimentato tutte le sfaccettature, dalla cronaca, nera e giudiziaria, all’inchiesta sui grandi temi sociali. Una carriera importante: dalla carta stampata, prima alla Gazzetta poi a la Repubblica, dov’era ritornata a tempo pieno in redazione dopo oltre 10 anni di assenza, all’agenzia di stampa, dalla comunicazione per il Comune di Torino con l’allora sindaco Sergio Chiamparino, al lungo periodo di direzione della Scuola di giornalismo. 

Di grande importanza anche il suo impegno a favore della categoria, nell’Ordine e nel sindacato. Ad animarla la grande passione. Perché Vera era una passionale, credeva in quello che faceva – prosegue Banfo –, ci metteva tutta se stessa e lo trasmetteva a chi le era accanto. Chi scrive ha perso un pezzo della propria storia. Quarant’anni in cui siamo state accomunate, se pur attraverso percorsi diversi, dal medesimo impegno politico-civile, dalla medesima professione e dalla medesima fede religiosa. Non secondaria quest’ultima è stata il sale della sua, della nostra esistenza. Può apparire strano, ma anche nella confusione, nello stress di un lavoro che non da tregua, riuscivamo a parlare di Dio. Ce lo sentivamo vicino e questo dava la forza sufficiente per concludere la giornata. Gli incontri biblici a casa sua, con i pastori Giorgio Bouchard e Piera Egidi, esprimevano a pieno quello che era la nostra Vera: lavoro, tanto lavoro (arrivava sempre ultima alla cena che precedeva la lezione di Bouchard perché doveva finire di scrivere) calore famigliare (riuniti a tavola con figli, marito, ognuno sentiva di essere uno di casa) studio che in quelle sere, sulle Scritture, diventa stimolo vivo per capire meglio il mondo».

La giuria

La giuria di questa edizione è stata composta da Lorenza Castagneri (Rai), Selma Chiosso (La Stampa), Federica Cravero (La Repubblica), Federica Frola (Sky Sport), Paolo Griseri (La Stampa), Marco Imarisio (Corriere della Sera), Simonetta Rho (Rai) – che premierà il vincitore -, Luca Rolandi, (Centro Pestelli), Enrico Romanetto (Cronacaqui), Oscar Serra, (Lo Spiffero), Stefano Tallia (Rai – Presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte).