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Fioriscono le rose degli scambi teatrali

Per la terza volta in sei anni il Gruppo Teatro Angrogna (Gta) è tornato a fine luglio in Trentino, ospite dell’Associazione “Punto doc” di Altavalle, il nuovo Comune nato in val di Cembra, tra Trento e Cavalese, dalla fusione delle preesistenti comunità di Faver, Valda, Grumés e Gràuno.

«Questa sesta edizione di “Cantavalle”, la rassegna del ri-esistere – ha scritto Tommaso Pasquini, direttore artistico della manifestazione, sul pieghevole illustrativo – sarà nobilitata dalla partecipazione del Teatro Angrogna, permettendoci di portare avanti i nostri “s-confinamenti” in vista della costruzione di quell’ideale “ponte alpino” tra la Val Pellice e la Val di Cembra al quale stiamo lavorando dal 2018, continuando a produrre occasioni di incontro e di riflessione, grazie anche all’ Otto per Mille Valdese che sostiene e permette queste sinergie».

La rassegna si è aperta il 27 luglio al teatro “Le Fontanelle” di Grumés con una conferenza sul tema «Religione come connessione», che ha riunito intorno a un tavolo il pastore di Vicenza Davide Ollearo e il teologo don Bruno Tomasi i quali, di fronte a un numeroso e attento pubblico, hanno dialogato sulle relazioni tra Stati, religioni e conflitti.

Due sere dopo, sempre a Grumés, il Gta ha presentato il primo dei suoi tre interventi riproponendo i canti e i racconti della tradizione popolare valdese e occitana di Etoile des neiges (diventata per l’occasione “Bona sera, filondére”, ovvero “buona sera, vegliatrici”), tratti da registrazioni dal vivo risalenti agli anni ‘80 e ‘90 del secolo scorso, ma anche, in buona parte, dai “Cahier des chansons” in cui un tempo venivano annotati racconti e le strofe da cantare durante le feste di nozze, all’osteria e nelle lunghe veglie invernali d’antan.

La mattina dopo, gli antichi edifici presenti a Gràuno lungo il Rio dei Mulini sono stati d’ispirazione al Gta per tornare con lo spettacolo itinerante Di mestier canto e racconto su una serie di documenti narrativi e musicali attinti dalle storie vere che anche nelle valli valdesi correvano intorno ai mugnai, ai fabbri, ai boscaioli e ai segantini. 

Il progetto “S-confinamenti”, che era parte dell’intera rassegna ( 22 luglio- 17 agosto), si è concluso, per la comitiva angrognina, con la riproposta a 4 voci e una chitarra del recital Jacopo Lombardini, un maestro di libertà, la straordinaria vicenda del maestro evangelico toscano, esule volontario nelle valli valdesi e poi salito in banda, a 51 anni di età sulle alture della val d’Angrogna come commissario politico delle formazioni “Giustizia e libertà”, e ucciso in camera a gas a Mauthausen nella notte tra il 24 e il 25 aprile 1945. Una delle tante belle e significative pagine della Resistenza italiana al nazifascismo, che in Trentino non ha avuto molti adepti, ma che proprio per questo il pubblico di Valda ha apprezzato con una lunga standing ovation finale. 

«Il vostro lavoro di raccogliere, conservare e diffondere la storia e la cultura della vostra, e a questo punto anche nostra gente – ha commentato Gloria, una educatrice di scuola materna di origini argentine – è meraviglioso, e vi auguro di poterlo proseguire ancora per molti anni. È sempre molto emozionante partecipare ai vostri spettacoli, che ormai sono tanti. Grazie di essere ritornati tra noi, siamo sempre super-felici di ospitarvi. E a presto, nella vostra valle».

Già, perché il Gta si appresta ad accogliere, tra il 15 e il 18 settembre, in collaborazione con la Foresteria valdese di Torre Pellice e il Concistoro di Luserna San Giovanni, il gruppo di “teatro partecipato” trentino, che presenterà alla Sala Albarin il suo spettacolo Se son donne fioriranno