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Per una salute equa e sostenibile

In occasione della Giornata mondiale della salute, celebratasi ieri in tutto il pianeta, la Conferenza cristiana dell’Asia ha pubblicato una dichiarazione incentrata sul tema: «Il nostro pianeta, la nostra salute» e che invita a equiparare la  salute e benessere degli esseri umani all’ambiente.

«Una società sana, sostenibile ed equa è essenziale per il benessere di tutti sul nostro pianeta» si legge nella dichiarazione, «le condizioni sociali ed economiche, insieme a un’assistenza sanitaria accessibile e di alta qualità, sono indispensabili per la salute delle popolazioni, ovunque».

L’appello esprime dunque la preoccupazione per le numerose differenze presenti in tema di accesso alle strutture mediche e all’assistenza sanitaria. 

«Le cure mediche includono servizi di prevenzione, come vaccinazioni, i controlli preventivi e l’educazione sanitaria, nonché servizi di cura e riabilitazione, sono tutti parametri essenziali per una società equa», afferma la nota pubblicata ieri sul sito della Consiglio ecumenico delle chiese (Cec).

«Il benessere di tutta la creazione dev’essere in equilibrio per garantire una società più sana – si legge -; la crisi climatica è anche una crisi sanitaria. Il miglioramento della qualità dell’ambiente dell’aria, dell’acqua e del rumore, possono prevenire malattie e migliorare la salute umana».

L’impatto del cambiamento climatico rappresenta una minaccia immediata, prosegue il testo. 

«Lo stato socio-economico di un individuo influenza la sua esposizione a fattori di stress ambientale. Le persone più povere hanno maggiori probabilità di vivere in ambienti degradati o ambienti che affrontano gli impatti diretti dei cambiamenti climatici. Tali gruppi di persone, socialmente vulnerabili, possono essere le più sensibili al degrado ambientale.  Nella regione asiatica, ad esempio, le malattie infettive emergenti, e talvolta riemergenti, compromettono anche la sicurezza alimentare e minacciano la sicurezza sanitaria regionale».

La malattia è uno stato squilibrio, la guarigione è il ripristino dell’equilibrio, per questo, «le chiese possono essere strumenti di guarigione e di riconciliazione. Le chiese asiatiche, ad esempio, possono sfruttare le reti esistenti, i propri ministeri, le comunità per garantire programmi sanitari sostenibili e un migliore accesso ai servizi per tutti. Le chiese devono promuovere iniziative, azioni per il clima per ridurre tutte le insicurezze e le vulnerabilità, aumentando al contempo l’adattamento e la resilienza umana».

Foto di Marcelo Schneider