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Rileggere Schweitzer

«Nato in Alsazia nel 1875, Albert Schweitzer è una personalità dai tratti insoliti. Dotato di una spiccata intelligenza, dal temperamento forte e deciso, consegue molteplici lauree (medico, teologo, filosofo…), che metterà a frutto di un’esistenza straordinaria. Di rara sensibilità, diviene il profeta del “rispetto per la vita”, maturando una sacrale prospettiva nei confronti di ogni realtà vivente. Autore di testi degni di lode (La melodia del rispetto per la vita, Filosofia della civiltà, J. S. Bach. Il musicista poeta, ecc.) e insignito di numerosi riconoscimenti, nel 1953 riceve il Nobel per la pace. Stimato filosofo, egli evidenzia come alla base dei gravi problemi dell’umanità vi siano il drastico assopimento del pensiero individuale e la mancanza di ideali e di responsabilità: “Abbiamo perso i grandi ideali… dobbiamo ritrovare la via che ci ritrasformi in esseri umani, con la gentilezza e la semplicità d’animo”».

Questo, in sintesi, il percorso del volume disponibile in libreria dell’autrice Manuela Cecchetti e dal titolo Il più grande essere umano del XX Secolo. La straordinaria vicenda di Albert Schweitzer (edito da Bertoni Editore). 

Libro che vede la postfazione a cura del professor Eric Noffke, docente di Nuovo Testamento presso la Facoltà valdese di Teologia di Roma; un contributo della dottoressa Mariella Enoc, la prefazione della filosofa Angela Agnes Bello e l’introduzione dello storico medievista, Franco Cardini.

«In questo particolare momento che vede pesare sull’Europa l’incombente minaccia della guerra – ha detto l’autrice a Cesena Today -, penso sia importante ridare voce alla straordinaria testimonianza di Albert Schweitzer, insignito nel 1953 del Nobel per la Pace grazie all’encomiabile impegno umanitario e per essersi più volte pronunciato a favore del disarmo nucleare. Nella breve traccia, in cui ho accorpato fra loro alcuni frammenti del libro, si evidenzia come la vicenda di questo “Nobel dai mille talenti” sia un faro di autentica umanità e di rara sensibilità che risplende nella storia e che richiama tutti a un impegno scrupoloso per mutare radicalmente nella letizia il volto della terra».

«Schweitzer, uomo poliedrico – ha dichiarato a Riforma il professor Noffke tra i maggiori esperti di Schweitzer in campo evangelico – è stato capace di imprimere con forza l’esempio cristiano in diversi ambiti. Schweitzer era “un mago” della musica, un “un mago” della teologia e dell’esegesi. Era un attento filantropo e un medico indefesso, tutte qualità presenti in un’unica persona. Con il suo carisma, Schweitzer è stato in grado motivare, di convincere e di muovere intere generazioni. Molte persone si sono ispirate a lui. Professore in giovane età, Schweitzer lascia la carriera e la cattedra per partire come missionario in Africa, dove farà altrettante grandi cose. Nonostante le difficoltà, non smise mai di occuparsi di teologia e di musica con grande arguzia. Il suo discorso per il rispetto della vita, per il Creato, incentrato sull’uguaglianza, ancora oggi è una pietra miliare, un messaggio universale. Tanto più se ripensato e rivisitato nel periodo attuale. Un mondo, il nostro, nel quale purtroppo sono sporadiche le voci controcorrente. E dove le poche presenti, sono spesso messe ai margini. Figure come quelle di Albert Schweitzer, oggi sarebbero più che mai necessarie. Chissà quale sarebbe la sua analisi su quanto sta accadendo in queste ore nel mondo?», conclude Noffke. 

Un altro libro, uscito un po’ di tempo fa (era il 2011) a proposito di pericoli globali, propone lo scambio epistolare tra il teologo luterano e uno dei più noti scienziati al mondo. 

Il libro è Pace e pericolo atomico. Le lettere tra Albert Schweitzer e Albert Einstein, di Alberto Guglielmi Manzoni

Prefazione di Arrigo Levi. Edito dalla Claudiana Editrice, collana Nostro Tempo.

Praticamente coetanei, i due Albert – uno medico e teologo e l’altro scienziato e filosofo; il primo luterano e il secondo ebreo – (Albert Schweitzer, premio Nobel per la Pace nel 1952 e Albert Einstein, premio Nobel per la Fisica nel 1921), si incontrarono due volte nella loro vita e si scambiarono alcune importanti lettere, tutte redatte tra il 1948 e il 1955. 

Entrambi misero in guardia i contemporanei contro i pericoli di un progresso tecnico-scientifico acefalo, facendo pressioni contro i test e le sperimentazioni della bomba atomica – la cui costruzione, in un primo tempo, Einstein aveva appoggiato nel timore che il regime nazista se ne dotasse per primo – e battendosi per il disarmo nucleare e la pace.

Albert Schweitzer, libero docente a Strasburgo di scienze neotestamentarie fino al 1905 ed eminente interprete di Bach (Bachkonzerten di Strasburgo, fondazione/fondazione della Società bachiana di Parigi, 1906), nel 1913 si laureò in medicina e si diede da allora quasi senza interruzione all’attività missionaria e assistenziale, recatosi a Lambaréné (Africa Equatoriale Francese), vi fondò un lebbrosario-villaggio come simbolo concreto del suo cristianesimo.