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Tutelare l’incolumità delle minoranze

Alla 49a sessione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite (Hrc), la Federazione luterana mondiale (Flm) e la World Communion of Reformed Churches (Wcrc), hanno espresso preoccupazione per alcune legislazioni (e movimenti socioculturali) che ostacolano la pacifica convivenza tra le persone e credo religiosi.

La dichiarazione ha infatti messo in evidenza quanto «spesso la retorica pubblica  – in particolar modo quella veicolata dai social media – attuata da voci centri etno-religiose con interpretazioni escludenti del diritto alla libertà di religione e di credo, possa favorire le discriminazioni».

Flm e Wcrc, hanno dunque invitato gli Stati (delle Nazioni Unite) a riconoscere che «la libertà di religione e di credo sia incentrata sulla giustizia e sulla salvaguardia dello spazio civico per un dialogo sicuro, costruttivo e coraggioso tra le parti interessate, religiose, civiche, statali e accademiche».

La dichiarazione della Federazione luterana mondiale e del suo partner ecumenico, la Comunione Mondiale di Chiese Riformate, ringraziando poi il Relatore Speciale per l’esauriente rapporto, afferma: «Rimaniamo profondamente preoccupati da alcune legislazioni in essere e dai quei movimenti socioculturali che di fatto ostacolano la pacifica convivenza tra le persone di diverse convinzioni religiose […] . Abbiamo osservato anche una crescente retorica pubblica, specialmente diffusa tra i social media da parte di voci etno-religiose che si muove sulla base di interpretazioni escludenti il diritto alla libertà di religione e di credo; in tal modo si perpetra anche una discriminazione rivolta contro le minoranze sessuali e contro i difensori dei diritti umani. Pratica che poi minimizza altresì l’urgenza di affrontare la crisi climatica», escludendo le voci dei popoli indigeni, tra i più emarginati.

«Chiediamo quindi agli Stati di riconoscere che la libertà di religione o di credo rientra nell’ambito della giustizia. Chiediamo di salvaguardare lo spazio civico. Chiediamo dialoghi sicuri, costruttivi e coraggiosi tra i leader religiosi, giovanili e politici. Incoraggiamo il Relatore speciale a continuare i suoi sforzi e a facilitare nuove consultazioni multidisciplinari con le leadership giovanili. Ciò garantirà – conclude l’appello alla responsabilità – che il diritto alla libertà e al credo religioso non sia strumentalizzato, dunque minato nel diritto alla sicurezza. Una garanzia di incolumità, dunque, per tutte le minoranze».