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Ancora tensioni in Cisgiordania

Il segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese (Cec), padre Ioan Sauca, ha invitato l’Autorità Palestinese a indagare sui recenti attacchi contro i cristiani in Cisgiordania e a garantire giustizia e dignità a tutti i cittadini.  «L’appello del Cec segue due attacchi della scorsa settimana contro i cristiani nelle zone di Nablus e Betlemme», ha detto Sauca.

Padre Justinus, del monastero Jacob’s Well di Nablus, è stato picchiato il 24 gennaio da aggressori sconosciuti.  «Fortunatamente, i sospetti sono stati arrestati, e l’Autorità palestinese ha dislocato personale di sicurezza come guardie davanti al monastero», ha detto Sauca. «Nessuna spiegazione è stata data per questo attacco».

Padre Justinus è sopravvissuto a non meno di 32 attacchi pericolosi nel corso degli anni, compreso uno il 26 agosto 2021.

«Siamo anche preoccupati per l’attacco del 28 gennaio 2022 alla famiglia Nassar, vicino al villaggio di Nahaleen, a Betlemme», ha detto Sauca. «Daoud e Daher Nassar, di una famiglia cristiana di Betlemme, hanno dovuto essere ricoverati in ospedale in seguito all’aggressione legata a una disputa su un terreno, di cui la famiglia Nassar è riconosciuta dall’Autorità palestinese come legittima proprietaria».

Gli aggressori brandivano bastoni e sbarre di ferro.

«La famiglia Nassar promuove la nonviolenza dalla loro fattoria di Nahaleen in Cisgiordania, ed è un esempio vivente di resistenza pacifica dopo essere stata circondata dagli insediamenti israeliani», ha detto Sauca. «Quest’ultimo attacco violento minaccia ulteriormente la loro esistenza sulla terra che la famiglia possiede da 98 anni».

Sauca ha invitato l’Autorità Palestinese a far rispettare la legge, a perseguire i responsabili e a prendere provvedimenti per garantire che simili attacchi non si verifichino più in futuro.

Più di 400 persone intanto hanno partecipato a un evento di piantumazione di ulivi e di solidarietà nel villaggio cisgiordano di Burin. Il raduno, organizzato da Rabbis for Human Rights (Rabbini per i diritti umani), è avvenuto sulla scia di un attacco estremista di due settimane fa contro persone intente a piantare ulivi, simboli di pace in una terra scossa dalla violenza quotidiana.

All’inizio della manifestazione di solidarietà, i coloni israeliani di Givat Ronen hanno tentato di raggiungere la zona. Tuttavia, sono stati respinti dall’esercito, con il quale l’evento è stato coordinato.

Il direttore esecutivo di Rabbis for Human Rights, Avi Dabush, ha dichiarato: «Questa immagine di centinaia di israeliani, compresi quelli feriti dai terroristi ebrei, che tornano sul luogo dell’attacco, due settimane dopo che è avvenuto, rappresenta una vittoria significativa. Abbiamo dichiarato che non ci arrenderemo alla violenza e che torneremo sul campo per essere solidali con gli olivicoltori palestinesi contro coloro che li attaccano regolarmente».