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Berlino: cambiare 290 nomi di vie e piazze dedicate a chi ha espresso posizioni antisemite?

Dopo Salisburgo e Monaco, Berlino ha deciso, su iniziativa del commissario della città incaricato della lotta contro l’antisemitismo, di lanciare un censimento delle strade e delle piazze della capitale tedesca i cui nomi evocano riferimenti antisemiti. 

Ufficialmente, questa lista di quasi 300 nomi vuole contribuire a «un importante dibattito sociale». L’autore del rapporto, Felix Sassmannshausen, suggerisce che ogni nome elencato dovrebbe essere segnato con le parole: “Da rinominare”, “Richiede ulteriori ricerche” o “Dovrebbe includere elementi di contestualizzazione”, e da qui partire per l’analisi. Non tutti i nomi andrebbero rimossi, ma accanto a molti si suggerisce il collocamento di targhe esplicative.

È il caso dei teologi Martin Lutero e Giovanni Calvino, i “creatori” del protestantesimo, di Charles de Gaulle, che si dice abbia preso una posizione antisemita durante la guerra dei sei giorni, del barone Pierre de Coubertin, il cui pensiero olimpico si dice abbia trasmesso «un’idea nazionalista che doveva essere antisemita e conservatrice» e che aveva legami con il regime nazista. E via così, da Thomas Mann a Arthur Schopenhauer, da Goethe a Kant, da Marx fino ad Adenauer. O il pastore Martin Niemöller, autore della celebre poesia “Prima vennero a prendere..”, tacciato di antisemitismo per le posizioni teologiche, di cui si scusò nel secondo dopo guerra.

 Non sorprende che anche il nome di Richard Wagner appaia in questa lista, già stigmatizzato a Salisburgo e Monaco per i suoi legami più o meno diretti con il nazismo. Una piazza e una strada sono intitolate a lui a Berlino, dove ci sono anche le vie Lohengrin, Walkyrie, Rienzi e Tannhäuser. Questi sono tutti nomi che il rapporto suggerisce dunque non di rimuovere tout court, ma di avviare un dibattito attorno alle loro figure. 

Questa stigmatizzazione ha provocato la reazione di Barrie Kosky, il famoso regista d’opera australiano e nipote di emigrati ebrei dall’Europa, che ritiene che Wagner «ha causato molti meno problemi agli ebrei in Germania di quanti ne abbiano causati le chiese cattoliche e protestanti per 2000 anni».

 «Cancellare il suo nome dalla Wagner Platz non aiuterebbe nessuno e non salverebbe una sola vita ebraica».

 Intervistato dalla Berliner Zeitung, il leader della Komsiche Oper ha protestato contro questo tipo di inventario. «È orribile che le liste vengano fatte in Germania nel 21° secolo. Abbiamo visto abbastanza liste tedesche nel XX secolo. Non solo nell’era nazista, ma anche nella Ddr. Nella Germania del 21° secolo ci dovrebbe essere un divieto delle liste. Le liste sono pericolose. Artisticamente, politicamente e socialmente», dice, aggiungendo che «questa lista non fa differenza tra un politico, un artista, un autore. Sembra che sia basata su una ricerca su Wikipedia e Google per trovare questi nomi».

 

Foto: Fridolin freudenfett, CC BY-SA 4.0  , via Wikimedia Commons