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Toscanini e quelle scelte di libertà

 

Nel dicembre di 85 anni fa, era il 1936, il grande direttore d’orchestra Arturo Toscanini, celebre in tutto il mondo giungeva a Tel Aviv da New York, città in cui si era stabilito dopo aver lasciato l’Italia cinque anni a seguito di brusche divergenze con il regime fascista e con quello nazista, osteggiati con coraggio dal musicista parmense.

Lo Stato d’Israele non esisteva ancora, quella terra si chiamava ancora tutta Palestina ed era un possedimento britannico, ma oramai dal 1929 era continuo l’afflusso di ebrei dall’Europa. 250 mila persone circa in dieci anni, in fuga dai deliri di Hitler e Mussolini e da un antisemitismo diffuso. Fra loro migliaia erano artisti, docenti, scienziati. E musicisti, giunti quest’ultimi soprattutto grazie al grande sforzo organizzativo di Bronislaw Huberman, polacco, uno dei più grandi violinisti di tutti i tempi, capace di raccogliere fondi in tutto il mondo per creare un’orchestra palestinese, che rappresentasse per queste persone in fuga anche un posto di lavoro. L’invito rivolto da Huberman a Toscanini affinché venisse a dirigere il concerto inaugurale della neonata orchestra venne accolto con entusiasmo dal direttore d’orchestra. Il 20 dicembre 1936 si tenne dunque il memorabile concerto dell’Orchestra sinfonica di Palestina, all’interno di un ex hangar del porto vecchio di Tel Aviv.

«Indelebile, nella memoria ebraica e d’Israele, resta il gesto di Arturo Toscanini»  dice il sito delle comunità ebraiche in Italia, Moked». C’è anche quel memorabile concerto al centro del docufilm “Io, Arturo Toscanini”, realizzato da Paola Severini Melograni e Maurizio Gianotti e tratto dalla biografia Toscanini. La vita, le passioni, la musica di Piero Melograni e dallo spettacolo teatrale ad essa ispirato, con protagonista Arnoldo Foà.
Prodotto da Luce Cinecittà e Superangeli2, “Io, Arturo Toscanini” sarà presentato oggi,  mercoledì 15 dicembre alle 16.30 al Teatro Regio di Parma, sua città natale (ingresso libero, prenotazione obbligatoria su teatroregioparma.it). Tra i partecipanti il sindaco Federico Pizzarotti e la direttrice del teatro Anna Maria Meo.

Una nuova occasione per parlare di questo straordinario personaggio e del suo riverbero dentro e fuori i confini dell’arte. «Durante la rappresentazione – ricorda sempre su Moked Paola Severini a proposito della pièce teatrale – Foà ad un certo momento non segue più il testo e, nella veste di Arturo Toscanini dice: “Oggi ho acceso radio Londra e hanno finalmente dato la notizia dell’armistizio dell’8 settembre: la voce era quella di un giovane attore italiano, una voce particolare: si chiama Arnoldo Foà!”, e qui dal pubblico, come da un sol uomo, un boato! Due sole serate, prima al Teatro Valle di Roma poi al Politeama di Prato: quasi due ore, un one man show, come fosse stato un ragazzo di vent’anni». «In quella occasione – prosegue – nasce la nostra amicizia: noi quattro, Piero Melograni ed io, Arnoldo Foà e la sua ultima moglie Anna Procaccini. Sarà un periodo speciale, soprattutto per Anna e per me: ascoltare due uomini così particolari che costruiscono insieme un pezzo di teatro per ricordare il più grande direttore d’orchestra mai esistito».