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Sud Sudan, appello delle chiese per la pace

Profondamente turbati dai recenti eventi nello Stato di Jonglei, nel Sud Sudan, che perpetuano e intensificano decenni di conflitti etnici e ingiustizie, la Chiesa presbiteriana del Sud Sudan (Pcoss) e la Chiesa evangelica presbiteriana del Sud Sudan (Sspec) hanno chiesto a tutti di unirsi alla preghiera per giustizia, pace e sicurezza per il popolo del Sud Sudan.

Nell’ultimo episodio di un conflitto interetnico di lunga durata, l’11 giugno 2020 i giovani di etnia Dinka e di etnia Nuer hanno unito le loro forze per attaccare un certo numero di villaggi dell’etnia Murle come una vendetta, l’ennesima che si perpetua ad anni da ogni fazione, bruciando tutto a terra. Tre giorni dopo, hanno attaccato Gumuruk, 20 miglia a ovest di Pibor, con simile ferocia, distruggendo persino i depositi di cibo proveniente dalle organizzazioni non governative.

Sebbene non vi siano registrazioni ufficiali di vittime del conflitto, gli osservatori stimano che il bilancio sia in realtà di centinaia di morti, con molti più feriti. Riferiscono anche che centinaia di donne e bambini sono stati rapiti dai villaggi della zona, molte persone si nascondono e un gran numero di bovini è stato rubato.

Funzionari del governo locale sostengono che i soldati dell’Esercito di liberazione del popolo del Sudan, le forza armate della giovane nazione africana, sorta nel 2011 a seguito di un referendum, stanno alimentando e sfruttando le tensioni etniche per promuovere la propria agenda. 

I combattimenti continuano a diffondersi e intensificarsi e i pastori delle chiese presbiteriane stanno lavorando instancabilmente per respingere nuovi attacchi nell’area di Lekwangole a nord di Pibor e per aiutare coloro che sono coinvolti nei combattimenti che hanno bisogno di cibo e assistenza medica.

La Chiesa presbiteriana negli Stati Uniti chiede alla comunità internazionale grande attenzione al dramma sud sudanese in corso: «Preghiamo con fervore per i nostri fratelli in Cristo nel Sud Sudan e, in particolare, per coloro che sono stati costretti a fuggire dalle loro case, sono stati rapiti o vivono nella paura di nuovi attacchi. Ricordiamo anche i nostri partner globali nella Chiesa presbiteriana del Sud Sudan, nella Chiesa evangelica presbiteriana del Sud Sudan, e nel Consiglio delle chiese del Sud Sudan. Possa Dio garantire loro protezione e coraggio, nonché doni di saggezza e persuasività, poiché lavorano non solo per risolvere la crisi attuale, ma per spezzare il lungo ciclo della violenza promuovendo la giustizia, costruendo una pace duratura e instillando speranza e unità tra la gente del Sud Sudan. Per favore, pregate ulteriormente per i leader politici nel Sud Sudan e in tutto il mondo, affinché dimostrino l’impegno a promuovere la pari dignità, la sicurezza e la libertà, sia attraverso le proprie azioni sia lavorando di concerto attraverso le istituzioni internazionali».

 

Foto: il mercato di Pibor, di Mr Leroy Playpus