23130826_1448933281893292_7451840544553165159_n

L’uso strumentale di Lutero da parte dell’estrema destra in Germania

“Qui sto. Non posso fare altrimenti.”

La dichiarazione provocatoria di Martin Lutero di fronte ai principi tedeschi e all’imperatore Carlo V riuniti nella Dieta di Worms nel 1521, che segna la rottura con il resto della chiesa  e dà l’avvio alla Riforma protestante, è stata usata in Germania dall’NPD, Il Partito Democratico nazionale, neonazista,  durante la campagna elettorale in Turingia. 

È la seconda volta che il partito di estrema destra realizza dei poster che mostrano Lutero che, invece di affermare “Qui sto”, è raffigurato dicendo: “Io voto NPD, non posso fare altrimenti”, accanto allo slogan del partito “Difendere la patria”.

Ora i funzionari della chiesa e altri gruppi politici stanno prendendo posizione contro i tentativi del Partito Democratico Nazionale di adottare le parole di Lutero come slogan della campagna.

L’NPD, classificato come partito neonazista, ha usato l’immagine di Lutero già nelle precedenti elezioni nazionali e statali tedesche. Nel 2017 Christoph Meyns, vescovo luterano di Braunschweig, nel nord della Turingia, aveva dichiarato all’agenzia di stampa tedesca DPA che i manifesti erano «intollerabili»distorsioni politiche di Lutero e del suo messaggio.

La comparsa dei manifesti prima del voto del 27 ottobre in Turingia ha rinnovato la controversia in un luogo in cui Lutero fu ordinato e visse come monaco. La discussione ha anche esposto la regione come patria di sentimenti nazionalisti, manipolando l’ eredità di Lutero riguardo alla xenofobia e all’antisemitismo.

Uno studio del 2018 dell’Università di Friedrich-Schiller ha scoperto che il 19% degli intervistati in Turingia era d’accordo con affermazioni di estrema destra come “anche il nazionalsocialismo aveva i suoi lati positivi”. Dichiarazioni etnocentriche come “gli stranieri vengono qui solo per trarre vantaggio dai benefici del nostro welfare” o che la Germania è “pericolosamente” invasa “da molti stranieri” hanno trovato sostegno dal 39% degli intervistati.

Solo l’8% degli intervistati in tutto lo Stato ha concordato con dichiarazioni esplicitamente neonaziste, ma in alcuni distretti, come Eisenach, un altro punto di riferimento del “paese di Lutero” – è stato infatti nel castello della città di Wartburg che si è nascosto mentre resisteva al potere della chiesa – i sentimenti neonazisti hanno trovato un accordo più ampio.

Nel suo trattato “Sugli ebrei e le loro menzogne” ​​del 1543, Lutero chiese il rogo delle sinagoghe ebraiche, la confisca dei libri di preghiere ebraiche e degli scritti talmudici e l’espulsione degli ebrei dalle città. Testi che vanno contestualizzati e che invece nel tempo sono stati a più riprese saccheggiati e strumentalizzati.

Christopher Probst, autore di “Demonizzare gli ebrei: Lutero e la chiesa protestante nella Germania nazista”, afferma che mentre i «suggerimenti sociopolitici di Lutero vennero largamente ignorati dai leader politici del suo tempo», durante il Terzo Reich «un gran numero di pastori protestanti, vescovi e vari teologi hanno utilizzato gli scritti di Lutero su ebrei ed ebraismo con grande efficacia per rafforzare l’antisemitismo [che era] già presente in misura sostanziale».

Il sovrintendente della chiesa di Lutherstadt-Wittenberg, Christian Beuchel, che ha definito l’NPD “disumano”, ha affermato che i manifesti abusano dell’immagine di un uomo che ha dato dignità alle persone attraverso la sua «riscoperta della grazia di Dio».