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Terra Santa. Minaccia allo status quo religioso

Domenica scorsa in un articolo sul Natale ortodosso pubblicato sul quotidiano britannico The Gardian, il Patriarca greco ortodosso di Gerusalemme, Teofilo III, ha fatto riferimento al disegno di legge, presentato da gruppi di coloni e firmato da 40 membri della Knesset israeliana, che limiterebbe in maniera pesante i diritti delle Chiese di amministrare in modo indipendente le proprietà immobiliari.

Il Patriarca accusa i coloni di una «campagna aggressiva di rimozione dei non ebrei dalla città e da quei centri strategici nel cuore del quartiere cristiano, che minacciano la presenza stessa dei cristiani in Terra Santa».

Facendo riferimento all’attuale contesto politico di Gerusalemme, e alla mossa unilaterale degli Stati Uniti di riconoscerla come capitale di Israele, il Patriarca ha detto: «Molta attenzione è stata prestata recentemente alle decisioni politiche che riconoscono Gerusalemme in un modo o nell’altro. Oltre ad essere una minaccia allo status quo politico, è anche una minaccia allo status quo religioso, istigata dai coloni radicali dentro e intorno a Gerusalemme, cuore del cristianesimo. Così, un gruppo che è sempre stato un pilastro della società in Terra Santa – i cristiani – sembra essere stato reso invisibile in questa situazione di stallo».

«I cristiani – continua il Patriarca – hanno vissuto in Terra Santa una storia che dura da più di due millenni. Siamo sopravvissuti a innumerevoli invasioni. Sappiamo che la nostra sopravvivenza è dipesa dal principio secondo cui i luoghi santi devono essere condivisi e accessibili a tutti. (…) La protezione e l’accessibilità dei luoghi santi sono comprese attraverso una serie di regole chiamate “status quo”, che sono state seguite da tutte le autorità religiose e governative della regione attraverso i secoli».

«Ora – conclude il Patriarca – alcuni vogliono rivendicare la Terra Santa, inclusa Gerusalemme, come possesso esclusivo di un solo popolo. Questo tratta con disprezzo il meccanismo che ha mantenuto la pace e il nostro contesto multireligioso per generazioni. Gerusalemme è un dono sacro, terreno sacro, per il mondo intero. I tentativi di possedere la città santa o di definirla in termini di esclusività tradiranno la sua vera natura».

Teofilo III, condannando le attività inaccettabili compiute dai gruppi di coloni radicali, ha affermato che essi «stanno tentando di stabilire il controllo sulle proprietà attorno alla porta di Giaffa. Le proprietà in questione sono nel cuore del quartiere cristiano di Gerusalemme, sede di tutti i patriarcati e delle sedi ufficiali delle chiese, a meno di 500 metri dalla chiesa del Santo Sepolcro».

Il Patriarcato ha presentato ricorso presso l’Alta corte di giustizia israeliana, ma «se i nostri sforzi si rivelassero infruttuosi, il risultato sarebbe immensamente dannoso per l’integrità della Città Vecchia. Se i gruppi di coloni avessero il controllo delle proprietà, sarebbero in grado di perpetuare la loro aggressiva campagna di rimozione dei non ebrei dalla città e da questi centri strategici nel cuore del quartiere cristiano, minacciando la presenza stessa dei cristiani in Terra Santa».

Il Patriarca ha concluso: «Continueremo la lotta per questa causa perché è giusta e perché è nostro dovere pastorale».