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Pakistan, aumentano le violenze confessionali. Nel mirino la minoranza cristiana e le donne

Da AsiaNews

I cristiani e le altre minoranze religiose in Pakistan sono sempre più spesso vittime di violenze, attacchi, abusi e violazioni alla libera pratica del culto. La denuncia arriva dalla Commissione asiatica per i diritti umani, che ha diffuso di recente un rapporto in cui esamina i casi avvenuti negli ultimi mesi. Migliaia di cristiani, il 13% del totale della popolazione, sono ogni anno oggetti di attacchi mirati, spesso perpetrati in nome delle leggi sulla blasfemia. In particolare, sono le donne le prime vittime di queste violenze con casi in continuo aumento di sequestri e conversioni forzate all’islam (almeno mille all’anno, secondo dati del 2013 della ong Aurat Foundation).

E la libertà religiosa – pur essendo riconosciuta sulla carta – è sempre più un diritto solo di facciata.

Cristiane e indù sono le vittime designate dei gruppi estremisti e di singoli individui che, sfruttando la propria posizione di forza, commettono abusi e violazioni. Il Punjab è, fra le province del Pakistan, quella in cui si verificano più casi di violenze; tuttavia, il Ministro Capo Shahbaz Sharif e i vertici dell’amministrazione locale ordinano inchieste di facciata che nella maggior parte dei casi lasciano le vittime prive di giustizia.

Attivisti ed esperti concordano nell’affermare che la comunità cristiana pakistana è oggetto di attacchi sistematici e di giustizia negata, partendo dal fatto di poter praticare in modo libero la propria religione. L’ultima vicenda, raccontata nei giorni scorsi, è del 25 novembre quanto un gruppo di estremisti ha incendiato l’emittente cristiana Gwahi Tv. Gli inquirenti hanno tentato di archiviare il caso come rogo innescato da un corto circuito, a dispetto delle prove che portano nella direzione dell’incendio doloso di matrice estremista. Gli assalitori hanno anche rubato gran parte del materiale custodito all’interno degli studi della televisione.

Dal 1963, anno in cui l’islam è diventato religione di Stato, le autorità non hanno saputo garantite tutela alle minoranze e negli ultimi anni la situazione è andata peggiorando con una crescente sensazione di mancanza di libertà e insicurezza. E le leggi sulla blasfemia sono una spada di Damocle che incombe sulla testa delle minoranze e ha minato sempre più le basi dell’armonia religiosa e del pluralismo.In molti casi, inoltre, gli accusatori, che usano le leggi per dirimere controversie personali, diventano anche pubblici ministeri, giudici ed esecutori, con casi di omicidi extragiudiziali.

Da qui l’appello di attivisti ed esperti della Commissione pro diritti umani, perché il governo adotti politiche a tutela delle minoranze religiose e dei gruppi più vulnerabili nel processo di costruzione della nazione. Perché nessuna nazione al mondo può sopravvivere mettendo da parte le minoranze ed è compito di autorità e istituzioni garantire libertà di culto e sicurezza a prescindere dalla fede, dal colore della pelle e della condizione sociale.

Foto “Night View of Badshahi Mosque (King’s Mosque)” by Muhammad AsharOwn work. Licensed under CC BY-SA 3.0 via Commons.