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Genova affoga nelle parole

A tre anni dall’alluvione del 2011, la città di Genova è stata colpita dalle piogge torrenziali che hanno fatto esondare i torrenti il 9 e 10 ottobre scorsi. La procura di Genova ha aperto un’inchiesta ipotizzando il reato di disastro colposo per la morte di un uomo di 57 anni, e per le opere fatte e quelle non realizzate in ambito idraulico dall’ultima alluvione, per la mancata allerta alla gestione dell’emergenza, e per il piano di protezione civile del Comune.

Mentre il premier Renzi ha annunciato lo stanziamento di due miliardi di euro per le emergenze dopo il maltempo, il sindaco Marco Doria è stato duramente contestato, così come il leader del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo. Molti giornali parlano degli «angeli del fango» e del pagamento delle tasse comunali prorogato.

Barbara Caviglia, presidente dell’Ospedale Evangelico di Genova, ha commentato le notizie e la situazione con noi.

Cosa pensa dei titoli di oggi, che parlano di Grillo e dell’emergenza che cala in città?
«Grillo è stato contestato, ma poteva trattarsi di qualsiasi altro politico: una reazione che deriva dal senso di abbandono che Genova sta vivendo. Qualcosa si poteva e si doveva fare per la messa in sicurezza dei corsi d’acqua. È molto amaro constatare che ci sono stati meno morti rispetto al 2011 solo perché la fascia oraria del disastro era differente, invece che al mattino l’alluvione è iniziata nella notte: è amaro ma è così. Questa storia va avanti dal 1970 in città, e dal 2011 erano stati programmati i lavori e destinati i soldi, ma non si è fatto niente. Inoltre erano stati segnalati forti temporali, ma non l’allarme meteo 2, che poi si è verificato. Al di là di questo, ormai, siamo una città che rischia ogni volta».

I giornali li chiamano «angeli del fango», che immagine può darci dei cittadini volontari che liberano la città?
«Girando per Genova lo spettacolo è tristissimo, è davvero una città in ginocchio. L’unica nota positiva è la presenza di questi giovani volontari, che riempie il cuore di speranza. Ragazzi che vogliono aiutare e che sono stati fondamentali prima che arrivasse l’esercito. Sporchi di fango con scope e pale, a volte senza guanti. L’Italia ancora una volta riparte dal volontariato. Ci insegnano che più di ogni altra cosa abbiamo o bisogno di concretezza e non di parole».

Come giudica la proposta del Governo di rinviare il pagamento delle tasse a chi ha subito l’alluvione?
«È stato annunciato l’annullamento della Tasi per chi ha subito dei danni, ma non è questo che risolve il problema, la gente ora chiede aiuti concreti. Molti di coloro che hanno subito dei danni oggi sono gli stessi del 2011, dunque persone che non ce la fanno più. Alcuni hanno dovuto ricorrere a dei mutui per riparare i danni dalla scorsa alluvione: ora non hanno più nulla. Questa sospensione delle tasse va incontro ai cittadini, ma non risolve i problemi della gente che non ha di che vivere e che dall’oggi al domani si è trovata, di nuovo, senza niente. A Genova la popolazione è stufa di parole. O c’è un aiuto tangibile fin da subito, o il senso di abbandono continuerà».

Immagine copertina: Volontari spalano il fango nel 2011 a Borghetto. Fonte: Wikipedia – William Domenichini