Delegazione del Consiglio ecumenico delle chiese testimone dei bombardamenti delle forze azere sull’enclave armena

Centinaia di rifugiati dal Nagorno-Karabakh sono arrivati in Armenia. Le chiese, il governo e le organizzazioni locali e internazionali stanno lavorando per fornire loro assistenza e sostegno

Una delegazione del Consiglio ecumenico delle Chiese (Cec), guidata dal segretario generale il pastore Jerry Pillay, ha concluso la sua visita in Armenia dopo essere stata «testimone di eventi drammatici».

La delegazione si trovava al confine, vicino all’ingresso del Corridoio di Lachin, il 19 settembre, quando sono iniziati i bombardamenti delle forze armate dell’Azerbaigian a Stepanakert, nell’enclave di etnia armena del Nagorno-Karabakh.

Il giorno successivo è stato annunciato un accordo di cessate il fuoco delineato dall’Azerbaigian e dal Ministero della Difesa russo. L’accordo prevede il completo disarmo delle forze di etnia armena del Nagorno-Karabakh. L’accordo prevede che l’Azerbaigian assuma il controllo dell’intera regione dopo un conflitto pluridecennale sullo status del territorio in cui gli armeni sono la maggioranza.

«Siamo stati testimoni dei drammatici eventi del 19-20 settembre 2023», ha dichiarato il segretario generale Pillay, «e siamo seriamente preoccupati per il benessere della popolazione della regione dopo mesi di quello che è stato di fatto un blocco delle forniture umanitarie e dei servizi essenziali, aggravato ora dagli impatti della recentissima violenza armata».

Pillay ha chiesto «assistenza urgente ai bambini, alle donne e agli uomini della regione, per alleviare le loro gravi sofferenze».

La pastora Rita Famos, presidente della Chiesa evangelica riformata svizzera e membro della delegazione del Cec, ha ricordato che «molti ci hanno espresso il timore di una pulizia etnica degli armeni da una regione che il loro popolo abita da secoli». Famos ha sottolineato che «la comunità internazionale deve monitorare la situazione da vicino per vedere che lo status e l’uguaglianza dei diritti umani della popolazione siano garantiti e che i loro timori non si realizzino». Il portale svizzero reformes.ch ha intervistato la pastora Famos in relazioni ai drammatici fatti di cui la delegazione è stata testimone.

Centinaia di rifugiati dal Nagorno-Karabakh sono arrivati in Armenia. Le chiese, il governo e le organizzazioni locali e internazionali stanno lavorando per fornire loro assistenza e sostegno.

L’arcivescovo Vicken Aykazian, anch’egli parte della delegazione del Consiglio ecumenico in visita e vice moderatore del comitato centrale del Cec, ha fatto appello alla comunità internazionale e a tutte le persone di buona volontà affinché «siano al fianco del popolo armeno in questo momento di sfollamento e di espropriazione». «Gli eventi degli ultimi giorni riportano alla memoria terribili e dolorosi ricordi delle tragedie subite dalla nazione armena nel corso della sua storia e ci fanno temere per il futuro del nostro popolo e della nostra unica e antica cultura cristiana» ha sottolineato Aykazian.

Il segretario generale del Cec Pillay ha spiegato: «Nei prossimi giorni e settimane, il Consiglio ecumenico si consulterà da vicino con le sue controparti nella comunità internazionale sull’evoluzione della situazione nella regione e rimarrà in preghiera e in solidarietà con la sua chiesa membro, la Chiesa apostolica armena e i partner ecumenici in Armenia».

Su Radio Beckwith potete ascoltare l’intervista al giornalista Simone Zoppellaro, grande conoscitore delle vicende della regione.