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Consiglio della Federazione luterana mondiale: Ucraina, migranti, carestie, guerre

Il Consiglio della Federazione luterana mondiale (Lwf) ha tenuto la sua riunione annuale a Ginevra, dal 9 al 14 giugno, con il tema “In Cristo tutte le cose stanno insieme”. È la prima volta dal 2019 che l’organo di governo al completo si è riunito fisicamente a seguito delle limitazioni dovute alla pandemia da Covid-19.

All’ordine del giorno gli aggiornamenti sui preparativi per la Tredicesima assemblea della Federazione luterana mondiale del 2023 in Polonia, il lancio di una mostra digitale sul 75° anniversario della LWF di quest’anno, la discussione dei rapporti dei leader globali della comunione e la condivisione del culto e della vita di preghiera.

Il Consiglio si è paerto con il culto nella cappella del Centro ecumenico. Il presidente della Lwf, l’arcivescovo Panti Filibus Musa, capo della Chiesa luterana di Cristo in Nigeria, ha aperto  formalmente l’incontro con il suo discorso, cui sono seguite le le relazioni della segretaria generale,  la pastora Anne Burghardt e del presidente del Comitato finanziario Olaf Johannes Mirgeler

Intanto è stata accolta fra i membri della Federazione luterana la Chiesa luterana ucraina.

La Chiesa evangelica luterana tedesca di Ucraina (Gelcu) è ora dunque una chiesa membro individuale della Federazione luterana mondiale. 

Questo porta il numero totale di chiese della Lwf a 149 in 99 Paesi. Fino alla sua domanda, la Gelcu è stata una chiesa membro della Lwf attraverso la Federazione delle Chiese Evangeliche Luterane (Elc), un organismo regionale che comprende le chiese di Russia, Ucraina, Georgia, Kazakistan e Asia centrale. 

Nell’ottobre 2019, la Federazione dei Consigli episcopali dell’Elc, che è l’organo unificatore delle chiese regionali, ha deciso che i suoi membri possono richiedere l’adesione individuale alla Lwf e ad altri organismi ecclesiastici. Ciò è legato ai diversi contesti in cui operano le chiese e a una rappresentanza più attiva nelle relazioni internazionali. 

La prospettiva di un’adesione individuale alla Federazione è aperta a tutte le chiese che finora ne hanno fatto parte attraverso la federazione regionale. 

La Gelcu conta 1.000 membri nelle sue 24 congregazioni luterane e altri 160 in quattro congregazioni riformate che sono membri associati. La chiesa ha otto pastori ordinati e un diacono che servono nei suoi vari ministeri, oltre ad altri cinque dipendenti.

Fino al 2014, la Gelcu aveva 31 congregazioni e fino a 20 pastori e diaconi. A seguito dell’annessione della Crimea da parte della Russia, la Chiesa ha perso otto congregazioni e il numero di membri del clero è diminuito.

Dall’invasione della Russia nel febbraio 2022, alcune attività della chiesa sono state interrotte e alcuni progetti diaconali si sono fermati. Oltre a tenere servizi di culto, studi biblici e corsi di cresima, prima della guerra la Gelcu aveva un coro, otto gruppi di scuola domenicale, due ministeri per gli adolescenti e un ministero giovanile.

Vediamo alcune delle principali deliberazioni che il Consiglio ha adottato:

  1. Crisi alimentare: «Il Consiglio ritiene scioccante e profondamente preoccupante che quasi 193 milioni di persone in 53 Paesi stiano vivendo una crisi alimentare. Il diritto umano all’alimentazione è riconosciuto nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo come parte del diritto a un adeguato tenore di vita ed è sancito dal Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali del 1966. Mentre preghiamo per il nostro pane quotidiano, sappiamo che le persone non possono vivere una vita piena e dignitosa senza un’alimentazione adeguata. Sebbene le cause alla radice della fame e dell’insicurezza alimentare a livello globale siano complesse, il Consiglio riconosce il ruolo devastante svolto dai conflitti, tra cui la guerra in Ucraina, la crisi climatica, il Covid-19, le politiche e le pratiche governative inadeguate, nonché le pressioni economiche, in particolare nelle regioni che già vivevano crisi umanitarie perenni. Il Consiglio è preoccupato per il fatto che, mentre le esigenze di sostegno aumentano in molte regioni, diversi governi hanno riassegnato gli aiuti allo sviluppo alla crisi ucraina. Le risposte dei governi a questa crisi dovrebbero aggiungersi agli impegni esistenti in materia di aiuti umanitari e allo sviluppo. Il Consiglio riconosce che nel mondo ci sono cibo e risorse sufficienti per sfamare tutti; tuttavia, i sistemi e le strutture esistenti hanno portato a livelli di disuguaglianza, in cui alcuni hanno molto più del necessario e altri molto poco o nulla. Per affrontare le cause alla radice della crisi alimentare globale sarà necessario affrontare l’avidità, il consumo eccessivo, la sovrapproduzione industriale guidata dal profitto e promuovere approcci agroecologici che preservino la natura. Il Consiglio afferma l’importante ruolo delle donne nella produzione alimentare e denuncia i pregiudizi sociali, le leggi e le pratiche discriminatorie che ostacolano i loro diritti, l’accesso e la capacità di contribuire in modo significativo. Il Consiglio è solidale con i milioni di persone che soffrono la fame e riafferma l’impegno della Lwf ad agire per alleviare le loro sofferenze, e prega affinché Dio li conforti e provveda a loro. Il Consiglio invita:

– La comunità internazionale a incrementare il livello di aiuti umanitari e allo sviluppo per rispondere alla crisi alimentare globale in atto, dando priorità ai Paesi e alle regioni particolarmente colpiti.

– La comunità internazionale a mobilitare le risorse necessarie e la volontà politica per affrontare collettivamente e in modo sostenibile la fame e la crisi alimentare globale, le sue cause profonde e i principali fattori scatenanti, tra cui la povertà, i conflitti e la crisi climatica».

  1. Situazione israelo-palestinese: «Il Consiglio è profondamente preoccupato per la continua occupazione israeliana dei territori palestinesi e per la recente escalation di violenza, tra cui l’uccisione della giornalista Shireen Abu Aqleh, di altri giornalisti e di altre vittime innocenti. È scoraggiante che finora non sia stata fornita alcuna soluzione alla grave situazione e che, di conseguenza, i diritti umani, le vite, i mezzi di sussistenza e la dignità delle persone siano minacciati. Il Consiglio afferma e si allinea alle leggi e ai principi internazionali in materia di diritti umani e umanitari come strumenti importanti che devono essere protetti. Il Consiglio considera la continua occupazione come una violazione di questi strumenti. Il Consiglio riconosce e afferma il ministero e la testimonianza della Chiesa evangelica luterana in Giordania e Terra Santa (ELCJHL), rilevando il suo costante impegno a parlare di giustizia, pace e riconciliazione nel contesto della situazione israelo-palestinese. Il Consiglio sostiene la presenza cristiana in Terra Santa. Condivide la preoccupazione delle Chiese locali per la protezione dei luoghi santi e la necessità di mantenere lo status quo storico nei loro confronti. Il Consiglio riconosce con preoccupazione la grave crisi finanziaria in cui versa l’Ospedale Augusta Victoria della Lwf, causata dalla mancanza di pagamenti e rimesse tempestive da parte dei principali donatori, come l’Unione Europea e gli Stati Uniti d’America. L’incapacità di fornire un sostegno finanziario sufficiente e tempestivo alla rete degli Ospedali di Gerusalemme Est, di cui l’Avh fa parte, attraverso l’Autorità Palestinese, ha un impatto immediato e diretto sulla capacità dell’ospedale di servire migliaia di pazienti che hanno bisogno di cure salvavita per il cancro e i reni. Il Consiglio sostiene il lavoro della Lwf, in particolare l’Ospedale Augusta Victoria (Avh) e i Centri di Formazione Professionale (Vtc), e il lavoro continuo di accompagnamento delle chiese e delle comunità attraverso la teologia, la diaconia e l’advocacy. Il Consiglio invita:

             – il governo israeliano e l’Autorità palestinese ad affrontare immediatamente l’escalation di violenza e la violazione delle leggi e dei diritti umani e garantire pace e giustizia per tutti 

          – la comunità internazionale a raddoppiare gli sforzi per trovare una soluzione duratura al conflitto israelo-palestinese e a garantire il rispetto dei diritti umani e delle leggi umanitarie internazionali e a  porre fine all’occupazione 

          – i governi, compresi gli Stati Uniti, devono fornire con urgenza il necessario sostegno finanziario e pagamenti futuri tempestivi all’Avh. A questo proposito, chiediamo in particolare all’Unione Europea di  accelerare l’erogazione dei fondi destinati alla rete ospedaliera di Gerusalemme Est, che fanno parte dei pagamenti dell’UE all’Autorità Palestinese per il 2021».

  1. Guerra in Ucraina: «Il Consiglio esprime il proprio sdegno per la guerra in Ucraina, che continua da quasi quattro mesi dopo l’invasione militare russa del Paese. Il costo di questa guerra in termini di vite e mezzi di sostentamento distrutti, sfollamento di persone, violazione dei diritti e della dignità umana e violazione delle leggi internazionali in materia umanitaria e di diritti umani è sconcertante. L’impatto globale sui prezzi e sulla disponibilità di cibo è fonte di grave preoccupazione. Il Consiglio prende atto dell’attenzione globale per la guerra in Ucraina a causa del suo impatto mondiale, ma richiama anche l’attenzione sulla necessità di pace e giustizia in altri conflitti in tutto il mondo, tra cui Camerun, Colombia, Repubblica Democratica del Congo, Etiopia, Haiti, Myanmar, Nigeria, Sud Sudan, Sri Lanka, Siria e Yemen, che continuano a infuriare e a causare massicce perdite di vite umane, sfollamenti e crisi umanitarie. Il Consiglio è profondamente preoccupato per il costante aumento della proliferazione delle armi, che sta significativamente esacerbando i conflitti e l’insicurezza in molti Paesi, in particolare in Africa, Asia e America Latina. Come nel caso della guerra in Ucraina, il Consiglio è angosciato dalle dimensioni di genere dei conflitti violenti e dal loro impatto su donne e bambini, in particolare sotto forma di violenza sessuale e di genere e di traffico di esseri umani. Il Consiglio è solidale e prega per tutte le persone colpite in tutta la regione, in particolare per gli oltre 15 milioni di persone che sono state sfollate con la forza. Siamo in lutto con le famiglie delle migliaia di persone che hanno perso la vita. Il Consiglio è profondamente addolorato per i casi di discriminazione nei confronti dei non europei in fuga dalla guerra in Ucraina. Il Consiglio aborrisce e respinge tutti i casi di discriminazione razziale ed etnica come una violazione della dignità umana, dei diritti umani e della decenza umana. In tempo di guerra, tutti devono impegnarsi a stare insieme, a salvaguardare la dignità e ad “accogliere lo straniero”. Il Consiglio riconosce e ringrazia Dio per i ministeri e la testimonianza delle chiese luterane in Ucraina, nei Paesi vicini, altrove nella regione e in tutto il mondo, che stanno fornendo aiuti umanitari, protezione, sostegno pastorale e accompagnamento ai milioni di persone colpite dalla guerra. Il Consiglio chiede: 

– la fine della guerra in Ucraina e il ritiro immediato dell’esercito russo dall’Ucraina.

– sforzi più coraggiosi da parte della comunità internazionale per affrontare i conflitti e le crisi in altre parti del mondo, anche attraverso un aiuto umanitario concertato e processi di costruzione della pace

– un investimento maggiore da parte della comunità internazionale nello sviluppo e nel sostegno di mezzi pacifici, tra cui la mediazione, per prevenire i conflitti.

– alle chiese membro della Lwf di pregare e lavorare per la pace e la giustizia in tutte le comunità, regioni e nel mondo 

– Che maggiori sforzi da parte delle chiese, dei governi e di altri soggetti della società siano indirizzati verso la protezione delle donne e dei bambini e la prevenzione della violenza sessuale e di genere, soprattutto nel contesto dei conflitti».

 

 

  1. Pandemia: «Il Consiglio rileva con grande preoccupazione che, a due anni dall’avvio, la pandemia resta un fenomeno globale, con centinaia di migliaia di infezioni ogni giorno. La pandemia ha causato un numero di morti senza precedenti, ha distrutto i mezzi di sussistenza di milioni di persone e ha sconvolto la vita quotidiana dell’intera popolazione mondiale. Non è solo una pandemia di salute pubblica, ma è diventata un importante amplificatore di vulnerabilità, povertà e violenza di genere, comprese le questioni intersettoriali.

Il Consiglio apprezza i vari sforzi per sviluppare vaccini per rispondere al Covid-19. Nonostante l’ampia risposta globale, centinaia di milioni di persone sono rimaste escluse da vaccini e terapie salvavita. Il Consiglio deplora fermamente l’iniquità dei vaccini, che ha fatto sì che troppe persone non abbiano accesso ai vaccini. Il Consiglio deplora inoltre la pervasiva disinformazione e disinformazione sui vaccini, in parte guidata da insegnamenti e ideologie teologiche dannose, che hanno contribuito alla lenta accettazione dei vaccini e di altre misure protettive. Il Consiglio invita:

– i governi e la comunità internazionale ad assicurare una rapida ed equa distribuzione e l’accesso rapido ed equo ai vaccini e alle terapie per il Covid-19, in conformità agli accordi internazionali esistenti

– i governi, i leader delle Chiese e altri attori ad aumentare i loro sforzi per proteggere le donne e le ragazze dalla violenza di genere nel contesto della pandemia e per consentire e sostenere le ragazze incinte e le madri adolescenti a cui è stato negato l’accesso alla scuola, in modo che possano tornare a studiare

           – le chiese membri della Lwf ad essere sostenute per aumentare i loro sforzi nell’affrontare le teologie fuorvianti, la disinformazione in relazione alla pandemia e per promuovere prospettive teologiche di  resilienza, responsabilità e speranza, radicate nella nostra tradizione luterana

           – la comunità globale a imparare dalla pandemia e mettere in atto misure solide per garantire la preparazione, una migliore capacità di risposta e strutture per salvaguardare la salute e il benessere di tutti in caso di future pandemie».

 

Photo: LWF/S. Gallay