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Chiesa di Scozia, cambiare per ripartire

L’Assemblea Generale della Chiesa di Scozia, appuntamento annuale che si è svolto on line il 3 e 4 ottobre, ha approvato una serie di misure per garantire che la Chiesa possa operare in modo più efficace ed efficiente nella società.

«Snella e adatta alla crescita» e pronta ad affrontare le sfide future. Così i vari responsabili economici hanno disegnato il futuro della Kirk, la principale chiesa scozzese.
Sullo sfondo della pandemia di COVID-19 che ha drammaticamente colpito le entrate della chiesa, i commissari hanno approvato una proposta per fissare i contributi del ministero e della missione congregazionale a 38,1 milioni di sterline nel 2021, una riduzione del 18% rispetto all’anno precedente. Votate anche le minori spese da effettuarsi in vari settori strategici.

I commissari hanno inoltre approvato una proposta per esaminare le implicazioni di un’ulteriore razionalizzazione delle strutture della Chiesa, che dovrà ripensare alle moltissime attività, alle tante comunità locali, in un ‘ottica di maggiroe aggregazione.

Previste anche analisi per giungere a un contenimento dei costi degli uffici centrali di Edimburgo.

I presbiteri sono stati incaricati di iniziare il lavoro per preparare la Chiesa alla revisione del numero di edifici e ministeri in tutta la Scozia.

 

Il pastore John Chalmers, ha detto: «Eravamo sulla buona strada per sviluppare un piano d’azione quando è arrivato il COVID-19 che ha fatto alla Chiesa quello che ha fatto in tante altre aree della nostra vita comune, ha accelerato la necessità di cambiamento. Ci aspetta una forma di chiesa molto diversa e contro le straordinarie sfide che dobbiamo affrontare, dobbiamo essere pronti, snelli e adatti allo scopo. Non possiamo tornare ai vecchi modi di intendere il mondo, compresa la nostra chiesa».

Norma Rolls, fra gli amministratori dell’Assemblea, ha detto che lei ei suoi colleghi vogliono vedere la chiesa locale dotata di risorse adeguate per soddisfare le esigenze delle comunità, sia nella parrocchia che online.

Ha riconosciuto che c’era inquietudine all’Assemblea Generale l’anno scorso quando solo tre donne vennero nominate nel corpo dei 12 membri del corpo di governo.

 Rolls ha potuto uest’anno dichiarare: «Siamo lieti di annunciare che, dopo il nostro primo turno di nomine, l’attuale composizione offre un eccellente equilibrio di genere oltre a quello delle competenze».

Gli amministratori dell’Assemblea hanno reso omaggio a ministri, diaconi, operatori, personale sanitario e tutti coloro che lavorano e fanno volontariato in tutta la Chiesa.

Come riporta il sito chiesavaldese.org, ai lavori dell’Assemblea generale ha partecipato anche la moderatora della Chiesa valdese, la diacona Alessandra Trotta, sulla scia di un forte legame che unisce le due chiese. Nel suo saluto la moderatora  ha voluto «Prima di tutto ringraziarvi per l’importante espressione di solidarietà che abbiamo ricevuto nel periodo drammatico del lockdown  quando eravamo sopraffatti da incertezza e dolore ma anche concentrati nel cercare nuovi modi per continuare a predicare il Vangelo, mantenendo vivo il senso di comunità e prendendoci cura dei più vulnerabili. Ci sentiamo ora vicini a voi in questo tempo di discernimento e presa di decisioni che richiede di valutare attentamente le priorità». 

La moderatora ha poi proseguito riaffermando la necessità di vivere questo nostro tempo nel suo profondo significato spirituale cercando di leggere i segni dei tempi e agire coerentemente con l’Evangelo: «In una situazione che sfida categorie pregnanti anche dal punto di vista biblico come vicino/lontano, aperto/chiuso, schiavo/libero, soli/insieme dovremmo cogliere quella che è un’opportunità unica di rinnovamento in materia di solidarietà sociale, sostenibilità ambientale, riduzione delle ineguaglianze, accesso alla salute, all’ educazione e al diritto per tutti di avere una casa».

Tutto questo invocando l’aiuto del Signore «affinché ci renda contagiosi del virus di speranza, pace e amore».