Saluzzo. Rientrare nella società con il piede giusto

Un progetto per i detenuti a fine pena promosso dall’associazione di volontariato «Liberi dentro» e finanziato dall’otto per mille valdese

L’uscita dal carcere è un momento tanto atteso dai detenuti, ma anche delicato. Per affiancarli nel loro percorso di rientro nella società l’associazione di volontari penitenziari «Liberi dentro» di Saluzzo (Cn) ha promosso, con il sostegno dell’Amministrazione penitenziaria e dagli educatori della Casa di reclusione «Morandi», un progetto innovativo rivolto ai detenuti del carcere saluzzese vicini al fine pena, con meno di due anni da scontare. L’iniziativa è stata finanziata dalla Chiesa valdese con un contributo di 8.000 euro grazie ai fondi raccolti con l’8 per mille.

Il progetto «Sostegno dei detenuti a fine pena e contenimento della recidiva» è finalizzato a potenziare l’efficacia rieducativa del sistema penitenziario: «È ampiamente documentato che gli istituti di pena “virtuosi”, che operano nel rispetto della dignità umana, adottano pratiche rieducative efficaci e forniscono ai detenuti strumenti di reinserimento nella società libera, vantano percentuali di recidiva a delinquere molto basse, rispetto alla media nazionale, che non esitiamo a definire “imbarazzante”» sottolinea Bruna Chiotti, presidente di «Liberi dentro».

Il progetto ha previsto un corso di counseling che si è svolto tra gennaio e ottobre 2023 e ha coinvolto 12 detenuti, di età compresa tra 28 e 80 anni, che stavano scontando gli ultimi mesi di pena nel carcere “Morandi”. Il corso si è svolto per lo più all’interno del carcere, ma c’è stata anche la collaborazione con realtà esterne quali il Centro di Formazione professionale di Savigliano “Casa di Carità”, che ha proposto un corso di formazione sull’orientamento al lavoro.
Il corso di counseling è stato tenuto da una professionista, la mantese Simona Maggio, già volontaria in carcere. «Attraverso il counseling i detenuti possono esplorare i loro pensieri, sentimenti e comportamenti passati – spiega Simona Maggio. – I partecipanti vengono incoraggiati a riflettere sulle loro azioni, ad assumersi la responsabilità dei loro errori e ad impegnarsi in un percorso di cambiamento positivo».

Il counseling offre anche un’opportunità preziosa per lo sviluppo di abilità sociali essenziali per il reinserimento nella società. «Durante le sessioni di gruppo, i partecipanti imparano a comunicare in modo efficace, a risolvere i conflitti, a gestire l’ira e a sviluppare empatia e compassione – prosegue Maggio. – Queste abilità sociali sono fondamentali per la costruzione di relazioni sane e significative al di fuori del carcere e per il successo nel processo di reintegrazione».
Il progetto inoltre ha orientato i partecipanti verso gli enti, come il centro per l’impiego e i centri di assistenza fiscale, che possono fornire un indirizzo e un sostegno pratico a chi, dopo anni di isolamento, ha difficoltà a reinserirsi.
All’interno del progetto (quindi sempre con il sostegno dell’otto per mille) si è svolto anche, con la collaborazione di un’azienda privata di Piasco, un tirocinio per agevolare l’inserimento nel mondo del lavoro, che ha coinvolto uno dei detenuti nei mesi di dicembre 2022 – giugno 2023.

I volontari dell’associazione, oltre che nello studio e stesura del progetto, sono stati coinvolti nelle sessioni dei corsi di counseling, mettendo la loro professionalità ed esperienza a disposizione per la realizzazione del progetto che rientra tra gli obiettivi dell’associazione stessa.