Chiude Acat Italia

Chiude la sezione italiana dell'”Azione dei cristiani per l’abolizione della tortura” nata nel 1974 proprio su impulso del pastore valdese Tullio Vinay

Era il marzo 1974 quando il pastore valdese Tullio Vinay raccontò a Parigi dei metodi di tortura usati sui prigionieri politici in Vietnam. Hélène Engel, che ascoltò attentamente quelle parole, ne rimase talmente sconvolta che decise di impegnarsi in prima persona in un’azione di sensibilizzazione rivolta a tutte le Chiese… «Non posso dirmi cristiana e continuare a vivere come se non sapessi niente».

In quanto appartenente alla Chiesa riformata di Francia era profondamente convinta che un’azione del genere non potesse non essere ecumenica, e così, accompagnata da Edith du Tertre, rivolse un appello accorato a tutti i cristiani senza distinzione alcuna, e diede vita a quella che oggi si chiama Acat (Azione dei cristiani per l’abolizione della tortura). Tra le definizioni più calzanti di quale sia lo spirito che ci muove, quella del professor Paolo Ricca, proprio in occasione del trentennale della fondazione della prima Acat: «…. noi di Acat siamo un’Azione, non siamo un Discorso. Abbiamo agito. Ci era richiesto un atto, non pensieri o parole. Abbiamo fatto la stessa esperienza dei primi discepoli di Gesù, ai quali il Maestro un bel giorno ha detto: “Seguimi!” e noi l’abbiamo seguito. Non abbiamo potuto fare altrimenti. L’Acat è nata così, da una decisione improvvisa, da un atto subitaneo di obbedienza. Niente è stato preparato, niente è stato programmato, tutto abbiamo dovuto imparare. E a poco a poco abbiamo imparato, e stiamo ancora imparando».

Così un paio di anni fa scriveva per noi di Riforma Massimo Corti, presidente di Acat Italia, in occasione della Giornata mondiale per i diritti umani che cade il 10 dicembre di ogni anno.

Purtroppo le informazioni questa volta hanno avuto un tenore assai differente ed è toccato sempre al presidente Corti dare la notizia della chiusura della sezione italiana:
«Vi comunico che ieri 6-12-2023, l’assemblea della associazione “Acat – Azione dei Cristiani per l’Abolizione della Tortura”, ha deliberato la chiusura definitiva dell’associazione stessa.

Questo è un passo che non avremmo mai voluto compiere ma, come abbiamo più volte detto, il nostro gruppo operativo-gestionale si era drasticamente ridotto per diversi motivi (anzianità, Covid, …) mettendo in crisi le nostre attività; avremmo avuto assoluto bisogno di nuove forze per portare avanti la nostra azione, ma non è stato possibile reperirle.
Molte sono state le vie analizzate ed esplorate, di cui alcune sembravano praticabili ma, alla fine, si sono rivelate senza sbocco.

Acat Italia chiude, ma lo spirito e lo slancio che ci hanno animati restano, come spero resti anche traccia delle tante attività realizzate e delle varie iniziative intraprese. L’animo umano è ricco di idee e spirito di iniziativa e vogliamo sperare che, presto o tardi, una nuova Acat possa nascere da qualche parte in Italia».

Anche noi possiamo dire con San Paolo (2 Timoteo 4:7): “Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede”.
Che lo Spirito del Signore assista sempre noi e tutti gli amici che con noi hanno collaborato per la comune battaglia contro la tortura e in difesa dei Diritti Umani».