Il Consiglio ecumenico delle chiese chiede un cessate il fuoco immediato e aiuti umanitari urgenti per Gaza

Colpito anche l’ospedale anglicano nella Striscia. Domani 17 ottobre giornata di preghiera e digiuno indetta dai leader delle Chiese cristiane di Gerusalemme

«Il Consiglio ecumenico delle Chiese (Cec) lancia ancora una volta un appello urgente per l’immediata cessazione di questa violenza mortale e perché Hamas cessi i suoi attacchi. Chiediamo con urgenza a entrambe le parti di calmare la situazione», ha dichiarato il segretario generale del Cec, il pastore Jerry Pillay. «Siamo profondamente preoccupati per il conflitto tra Israele e i gruppi armati palestinesi e per le conseguenze inevitabilmente tragiche per i popoli della regione – israeliani e palestinesi – a seguito di un periodo di escalation di tensioni e violenze in Cisgiordania e a Gerusalemme».

Il Consiglio ecumenico delle Chiese si è unito alla dichiarazione dei Patriarchi e dei Capi delle Chiese di Gerusalemme del 13 ottobre, che ha sollecitato azioni immediate per affrontare l’escalation della crisi umanitaria a Gaza. La situazione nella Striscia di Gaza è insopportabile, senza accesso ad acqua, cibo, assistenza medica ed elettricità.

In una dichiarazione resa ieri di domenica 15 ottobre, Pillay ha affermato: «Chiediamo allo Stato di Israele, con il sostegno della comunità internazionale, di consentire l’ingresso di aiuti umanitari a Gaza, in modo che milioni di civili innocenti, tra cui molti bambini, possano ricevere cure mediche e forniture di base».

Pillay ha sottolineato l’urgente necessità di agire. «Inoltre, chiediamo a tutte le parti di ridurre l’escalation di questa guerra per salvare vite innocenti e servire la causa della giustizia».

L’ospedale anglicano arabo Ahli di Gaza è stato colpito sabato sera dagli attacchi israeliani. Due piani sono stati parzialmente danneggiati e quattro persone sono rimaste ferite. 

L’Episcopal News Service ha riferito, inoltre, che tre membri dello staff dell’ospedale hanno perso le loro case durante il bombardamento dell’area di Al Rimal: fra loro il direttore medico, il dottor Maher Ayyad.

Il direttore dell’ospedale, Suhaila Tarazi, ha dichiarato: «A questo punto, la nostra unica speranza è che Dio faccia un miracolo in questo scenario di morte. . . Molti farmaci necessari all’ospedale sono a saldo zero. I reparti dell’ospedale di Ahli sono pieni di pazienti feriti. Stiamo cercando di aiutare il più possibile. Se Dio vuole, lo Stato di Israele aprirà un corridoio umanitario e ci permetterà di salvare le vite degli innocenti. Vi prego di tenerci nelle vostre preghiere”»

Domenica, l’arcivescovo Welby ha rilasciato una dichiarazione, avvertendo che gli ospedali stavano «affrontando la catastrofe. . . Faccio appello affinché l’ordine di evacuazione degli ospedali nel nord di Gaza sia revocato – e affinché le strutture sanitarie, gli operatori sanitari, i pazienti e i civili siano protetti. Gli attacchi terroristici malvagi e barbari di Hamas contro gli israeliani sono stati un oltraggio blasfemo. Ma i civili di Gaza non sono responsabili dei crimini di Hamas».

Pillay ha chiesto il rispetto del diritto internazionale – compresa la Convenzione di Ginevra – del diritto umanitario internazionale e dei diritti umani per proteggere tutti i civili e il rilascio immediato di tutti gli ostaggi detenuti a Gaza. 

Il segretario ha concluso: «Chiediamo a tutti i leader di lavorare per una pace giusta in Terra Santa. Solo la giustizia porterà alla pace, alla sicurezza e all’incolumità di tutti».

Il Cec invita tutte le chiese membro e le persone di buona volontà ad unirsi all’appello dei capi delle chiese di Gerusalemme per osservare una Giornata di preghiera e digiuno il 17 ottobre.

I leader delle Chiese nella città stanno pregando «a sostegno di tutti coloro che hanno sofferto in questa guerra e delle famiglie che stanno soffrendo a causa della violenza». 

«Chiediamo a tutte le parti di smorzare questa guerra per salvare vite innocenti, pur servendo la causa della giustizia» si legge nella dichiarazione, che sollecita anche azioni immediate per affrontare l’escalation della crisi umanitaria a Gaza.

«La nostra amata Terra Santa è cambiata radicalmente nell’ultima settimana», si legge ancora nella dichiarazione. «Stiamo assistendo a un nuovo ciclo di violenza con un attacco ingiustificabile contro tutti i civili».

«L’ordine di evacuare il nord di Gaza e di chiedere a 1,1 milioni di persone – compresi tutti i membri delle nostre comunità cristiane – di trasferirsi a sud entro 24 ore non farà che aggravare una catastrofe umanitaria già disastrosa», si legge infine. «L’intera popolazione di Gaza è privata di elettricità, acqua, carburante, cibo e medicine».

Photo: Paul Jeffrey/Life on Earth