Gesù ci tende la mano

Un giorno una parola – commento a Matteo 14, 30-31

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Aiutami, o Signore, mio Dio, salvami per la tua grazia

Salmo 109, 26

Pietro, vedendo il vento, ebbe paura e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». Subito Gesù, stesa la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?» 

Matteo 14, 30-31

L’Evangelo colloca queste parole nella cornice di un episodio che per noi persone moderne è una sfida: Gesù che cammina sulle acque. Il nostro rapporto con la natura è talmente stingente e oggettivo da annullare qualsiasi possibile ipotesi di lettura degli eventi naturali che non sia scientifica. È anche dire che Gesù lascerebbe spazio alla poesia non aiuta a capire il significato originale delle parole di Gesù: per noi camminare sulle acque semplicemente non è possibile. Possiamo però cogliere il fluire di questo racconto di dubbio e di fede osservando che il capitolo si è aperto con il trauma dell’esecuzione di Giovanni battista – punto di riferimento per i seguaci del nazareno – e ricordando che poche righe prima leggevamo della moltiplicazione dei pani e dei pesci – Gesù che sfama corpo e spirito di una moltitudine. Pietro chiede dunque a Gesù di sostenerlo nel suo essere seguace fino in fondo, nonostante tutto, dolori dubbi o entusiastiche certezze, e scopre ciò che anche noi sperimentiamo: Gesù c’è, alla fine colui che dubita è proprio il discepolo. È un brano che si chiude con una domanda: di cosa, di chi dubita Pietro? Che la fede gli permetta di camminare sulle acque? Della capacità di Gesù di sostenerlo? Oppure di se stesso? Forse gli scossoni a cui ha appena assistito lasceranno indenne la sua fiducia che l’incontro con Gesù sia anche l’incontro con il Cristo? Sappiamo che Pietro è lo specchio di molti, molte credenti: oscilla tra riconoscere Gesù come Messia ma anche rinnegarlo tre volte prima che il gallo canti – cioè in modo fermo prima che la foschia lasci spazio alla concretezza del giorno della croce. Non ci vediamo riflessi in questa pagina? Vorrei camminare nella tempesta della vita verso Gesù, sicuro e impavido, ma mi rendo conto di quel che sto realmente per fare. Allora affondo, grido verso Gesù che sembra lontano. Ma lui tende la mano, c’è, mi afferra, mi salva. Amen.