Dio sceglie le cose disprezzate dal mondo

Un giorno una parola – commento a I Corinzi 1, 28-29

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Lascerò in mezzo a te un popolo umile e povero che confiderà nel nome del Signore

Sofonia 3, 12

Dio ha scelto le cose ignobili del mondo e le cose disprezzate, anzi le cose che non sono, per ridurre al niente le cose che sono, perché nessuno si vanti di fronte a Dio

I Corinzi 1, 28-29

La Bibbia ha un pregio indiscutibile: offrirci pagine che sono capaci di scavarci dentro, di costringerci a fare i conti con i nostri lati più inconfessabili. Momenti in cui siamo costretti a metterci di fronte allo specchio e riconoscerci diversi, molto diversi da quel che vorremmo – e non in meglio! Al tempo di Paolo Corinto era un porto ricco, vivace, “cerniera” tra Oriente ed Occidente, città tra le più importanti dell’Impero romano. Questa sua positività influenzava anche la chiesa, come leggiamo in numerose pagine della corrispondenza con i Corinzi. Riflessioni e aneddoti che rimandano a un mondo effervescente anche sotto il punto di vista spirituale. In quella chiesa c’erano motivi di tensione anche aspra – non poteva essere altrimenti – che derivava da una realtà vivace e non certo abulica. Possiamo quindi immaginare come la contrapposizione paolina, che riscopre la dignità di cioè che è disprezzato e ignobile e sminuisce quella prestigiosa e nobile, sia stata accolta con qualche alzata di spalle dai lettori. Un po’ come per noi: al di là della retorica, chi apprezzerebbe di venir sminuito pubblicamente, di essere invitato a farsi da parte per essere preceduto da qualcuno giudicato una nullità? A parole, naturalmente, tutti siamo disposti ad accettare tutto da Dio, figuriamoci – ma nella realtà? Chi lascerebbe il suo ruolo, magari riconosciuto e apprezzato nel microcosmo della chiesa? Potremmo leggere molte nostre azioni e prese di posizioni come strategie atte ad evitare proprio questo! La Bibbia ci costringe a confrontarci con verità spiacevoli: “vantarsi” non è una caratteristica infantile, è una costante umana. Eppure, possiamo ignorare che i parametri con cui Dio ci valuta sono molto diversi da quelli con cui lo facciamo noi? A sentir alcune parole della Scrittura, così sembrerebbe. Amen.