«Il futuro? Puntare sul lavoro»

Il dossier di ottobre del mensile L’Eco delle valli valdesi è dedicato a Pinasca , Comune della val Chisone

È in distribuzione in moltissimi luoghi pubblici in tutto il pinerolese il numero di ottobre del mensile free press L’Eco delle valli valdesi, con, fra l’altro, un dossier dedicato al Comune di Pinasca (To). Qui di seguito l’intervista al Sindaco Roberto Rostagno.

A un occhio non attento il Comune di Pinasca non si nota; la media val Chisone è infatti quasi un continuo di centri abitati da San Germano fino almeno a Perosa Argentina-Pomaretto; i confini comunali non sono netti, ma ogni Comune porta orgogliosamente la propria indipendenza, frutto di una storia secolare. Pinasca, sul versante solatio, fra Villar Perosa e Perosa Argentina, è un municipio esteso, con il caratteristico vallone di Gran Dubbione e le decine di borgate sparse lungo le sue alture. Roberto Rostagno è ormai quasi alla conclusione del suo secondo mandato: con il primo cittadino eletto nel 2014 facciamo il punto della situazione.

«Pinasca, come gli altri Comuni limitrofi (e come tutto il nord-ovest oserei dire) sta pagando duramente la crisi del settore industriale legato al mondo dell’auto e al suo indotto, è inutile negarlo. Dal punto di vista demografico il nostro ente ha visto una crescita fino agli anni 2000, grazie anche alla creazione di un nuovo villaggio ma poi il calo dei residenti è stato graduale. La mancanza di lavoro e la difficoltà a offrire nuove soluzioni abitative ci hanno portato a perdere residenti: infatti è estremamente difficile e costoso ristrutturare le vecchie case nelle borgate per via dei vincoli antisismici mentre non abbiamo più possibilità di costruire nuove abitazioni».

– Ma Pinasca ha anche due fiori all’occhiello nel settore delle medie aziende che la rendono attrattiva…
«Si è vero, in controtendenza con le aziende dei Comuni vicini possiamo dire che sia la Data e la Bpg sono in espansione e assumono, nonostante la carenza di manodopera specializzata. Dispiace però non avere lo stesso passo anche in altri settori come quello del turismo, ambito molto complesso. Il Distretto del Cibo del Pinerolese poteva essere un’ottima occasione di rilancio in questo ambito che però non è stata sfruttata a dovere».

– Parlando di territorio e reti, come sono i rapporti con i “vicini di casa” e con l’Unione montana dei Comuni della val Chisone e val Germanasca”?
«I rapporti sono a “corrente alternata”; a volte con alcuni amministratori funzionano, altre volte meno. Bisogna essere però consapevoli che l’Unione non è l’equivalente della “vecchia” Comunità montana. Ci sono meno risorse e i margini di manovra sono più limitati; alcune funzioni sono state associate ma non sempre si trova la “quadra”; forse altre realtà, come i Comuni della Via Lattea (Cesana Torinese, Claviere, Pragelato, Sauze di Cesana, Sauze d’Oulx, Sestriere, i Comuni dello sci e della neve insomma, Ndr.), hanno osato di più e riescono a lavorare meglio insieme. In generale mancano i fondi per superare il contingente e guardare più lontano nel tempo, programmando azioni di territorio e non solo piccoli interventi».

– Parlando di interventi non si può non citare il Pnrr: Pinasca si è attivata per qualche bando?
«Vale lo stesso discorso fatto poco fa: il Pnrr dal mio punto di vista poteva essere un buono strumento se organizzato in modo da intervenire su vasta scala, e non con piccoli interventi spot come stiamo vedendo anche nelle valli vicine alla nostra. Noi abbiamo presentato un progetto per creare in un ex-filatoio un centro polifunzionale aperto alla cittadinanza: per lavorare, per studiare, per incontrarsi perché questo modo di vivere il paese manca un po’. Avrei preferito però altri modi di intervento: un esempio è legato al post-industriale. Quanti sono i Comuni che hanno al centro città grandi spazi abbandonati che un tempo erano siti produttivi? Si sarebbe potuto lavorare su queste grandi aree dismesse…».

– Cambiando ambito, un altro punto da analizzare è quello della viabilità. Un tempo, prima della costruzione della variante “olimpica”, buona parte del traffico attraversava Pinasca; meglio prima o ora?
«Personalmente sono convinto che chi vuole passare per determinati motivi in centro Pinasca ci passa lo stesso, la variante ha reso più vivibile il paese (nonostante poi ci sia il la strettoia di Perosa che rallenta nuovamente il flusso) ma soprattutto ci ha collegato in modo rapido e sicuro alla rete viaria autostradale».

– Infine un commento sulla maggiore criticità e sugli aspetti positivi affrontati nei suoi due mandati…
«Il lavoro è alla base di tutto – conclude Rostagno – ma purtroppo come amministrazione abbiamo pochi strumenti per intervenire direttamente, siamo tagliati fuori dalle decisioni che contano. Gli aspetti positivi ci sono: in particolare il voler guardare al futuro, magari non raccogliendo il favore di tutti (per esempio la questione della pista ciclabile) lavorando sull’estetica del Comune perché diventi più accogliente». 


Foto di Massimo Bosco