Le Giornate della legalità

Spazi aperti in luoghi chiusi dal 6 all’8 ottobre a Torino in memoria del magistrato Bruno Caccia

Mancano pochi giorni alle «Giornate della Legalità» una kermesse che coinvolgerà la Città di Torino. Tre giorni di eventi sul tema della legalità: «Un percorso, che conclude il calendario di eventi organizzati per ricordare la figura di Bruno Caccia, a 40 anni dal suo assassinio, avvenuto a Torino il 26 giugno del 1983, per volere della ’ndrangheta», ricorda il sito di Libera Piemonte. Con un’iniziativa in calendario (il 6 ottobre presso «la casa dei giornalisti»), anche il nostro giornale Riforma – Eco delle valli valdesi si è impegnato per promuovere la legalità. Pubblicheremo presto il calendario di tutti gli incontri in programma e nello specifico di quello nato dalla collaborazione tra Riforma – Eco delle valli valdesi, il Circolo Articolo 21 Piemonte, il Premio «Roberto Morrione», l’Ordine dei giornalisti del Piemonte, insieme a Libera Piemonte.

Riportiamo la riflessione di Valeria Marcenò (curatrice scientifica dell’iniziativa) e invitiamo tutta la cittadinanza a partecipare alle giornate.

Quando si parla di legalità, il primo pensiero va alla legge, al diritto, a quell’insieme di regole che permea di sé ogni parte della vita individuale e sociale dell’essere umano.

Quando si parla dei luoghi della legalità, certamente vengono in mente quelli in cui la legge in senso ampio è approvata (Parlamento, Governo, ma anche Consigli regionali, …); in cui è applicata (i tribunali); in cui le è data esecuzione (le carceri); in cui risiedono le forze che contribuiscono a darne esecuzione (le caserme).

Quando ci si domanda a che cosa serve la legalità, indubbiamente si può rispondere «a stabilire dei confini». 

In una società complessa quale è la nostra, le passioni, le esigenze, le pretese di ciascuno si contrappongono (e scontrano) con quelle degli altri. Nella loro ricerca e soddisfazione non è possibile non tenerne conto.

Non vi è aspetto della vita umana che non ricada sotto qualche regola o qualche principio. E non vi è stagione della vita umana che non sia improntata al rispetto delle regole, dall’infanzia all’adolescenza, all’età adulta. Forse proprio questa intrusività e conseguente vincolatività delle regole in qualche misura allontana.

Dalle regole discendono restrizioni, costrizioni, vincoli e sanzioni.

I luoghi della legalità appaiono «chiusi», non nel senso di non accessibili, non aperti al pubblico, ma nel senso di respingenti, in cui è meglio non entrare, starne fuori.

La legalità evoca, nella sua finalità, il concetto di limite, e quindi di riduzione della sfera di libertà, di ciascuno.

Ma la legalità, i suoi luoghi e il suo fine si esauriscono in ciò? O vi sono altri modi, più intensi, per intenderla, per percepirli e per descriverli?

Vivere in una società basata sulle regole potrebbe voler dire non che le passioni e i desideri di ciascuno siano soppressi, ma che, al contrario, una volta riconosciuti, siano difesi. Quella stessa sfera di libertà che la regola sembra comprimere potrebbe, in realtà, essere tutelata. 

Legalità non sarebbe dunque solo costrizione, ma anche – a differenza di quello che potrebbe apparire – libertà.

Questa duplicità di vedute impone di interrogarsi su questa parola e sui suoi strumenti.

Si tratta di parola e strumenti «odiosi», che limitano, oltre misura, le prerogative del singolo; oppure di parola e strumenti «benefici» che consentono la convivenza sociale e la realizzazione di società basate sulla reciproca fiducia? 

Si tratta di parola e strumenti che pretendono una obbedienza cieca, o che, al contrario, possono anche indurre a forme di disobbedienza, alla ribellione, alla violazione di una regola ritenuta ingiusta?

Con tali considerazioni sullo sfondo, la Città di Torino su impulso dell’assessorato alla Legalità, presenta una nuova iniziativa, realizzata da Fondazione per la Cultura Torino: le Giornate della Legalità. 

Un appuntamento annuale che ambisce a parlare a un pubblico ampio, composto non unicamente da studiosi, addetti ai lavori e dalla rete di portatori d’interesse, ma da tutti coloro che vogliono riflettere sul tema. 

Per raggiungere questo scopo, Giornate della Legalità si avvale anche di una preziosa rete di collaborazioni: partner speciali del progetto sono Libera Piemonte e Avviso pubblico, che affrontano quotidianamente un’opera di sensibilizzazione sui temi della legalità; ma hanno un ruolo determinante anche numerose altre associazioni attive sul territorio della Città che hanno risposto con entusiasmo al bando Bruno Caccia – promozione della legalità.

Una particolare attenzione è altresì rivolta alle nuove generazioni, dai più piccoli fino all’età più matura: le attività dedicate a scuole e famiglie che si terranno durante le Giornate della Legalità s’inseriscono nel più ampio progetto Torino Futura, un’iniziativa congiunta degli assessorati alle Politiche culturali e alle Politiche educative e giovanili, che mira a moltiplicare le occasioni aggregative e formative dedicate ai più giovani lungo tutto il corso dell’anno.

Le Giornate si pongono in ideale continuazione con i temi affrontati da Biennale Democrazia, di cui le Giornate della Legalità costituiscono il naturale spin off, e mirano a contribuire a quello sviluppo consapevole della partecipazione alla vita collettiva.

L’occasione che dà l’avvio a tale iniziativa è l’anniversario della morte di Bruno Caccia, Procuratore della Repubblica di Torino che il 26 giugno del 1983 fu assassinato da esponenti della ’ndrangheta torinese per le indagini da lui svolte nei confronti delle associazioni mafiose, che stavano rafforzando la loro presenza sul territorio piemontese e valdostano. Si ricordano, infatti, quest’anno i quaranta anni dalla sua uccisione. Una figura che, insieme a altre, è simbolo di quella legalità reputata odiosa da alcuni e benefica da altri.

Le Giornate della Legalità, nella loro prima edizione, si terranno a Torino nei giorni 6, 7 e 8 ottobre 2023, con il titolo A che cosa serve (?). Una prima edizione non può non partire dal suo tema centrale, interrogarsi sul significato ampio di legalità e sull’importanza delle regole in una società. 

Le diverse attività (incontri, proposte di riflessioni, dibattiti, spettacoli…) si svolgeranno nei “luoghi della legalità”, sia in quelli solitamente deputati al suo svolgimento, sia in quelli divenuti simbolo del ripristino della legalità (ad esempio, i beni confiscati alla mafia). 

L’Aula Magna del Tribunale di Torino, il carcere Lorusso e Cutugno, l’istituto Penitenziario Minorile Ferrante Aporti, la Caserma Bergia, le sale del Consiglio comunale, la Fondazione Fulvio Croce, e molti altri luoghi si trasformeranno, in occasione delle tre giornate, in spazi aperti al dibattito, al confronto, al dialogo (da qui la formula «spazi aperti in luoghi chiusi»), così da ridurre quella distanza che spesso connota il rapporto con i consociati.