L’Europa che non è ferma
Il convegno a Torre Pellice (To) che nel pomeriggio di giovedì 31 agosto ha approfondito la figura di Altiero Spinelli e la storia dei movimenti europeisti
Sono passati ottant’anni dal 1943 e dal discorso che l’allora 36enne Altiero Spinelli tenne a Torre Pellice nel retrobottega della farmacia Manassero, in cui presentò il Manifesto di Ventotene. Il 31 agosto Torre Pellice ha ricordato quel discorso importante per l’Europa, e lo ha fatto dapprima inaugurando una targa alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella, e nel pomeriggio con un convegno di approfondimento, con la Fondazione Centro culturale valdese, dal titolo «Il sogno europeista è nato qui. Una sfida da completare», che ha percorso gli ultimi ottant’anni dell’Europa affrontando il tema da un punto di vista storico, politico e sociale.
Nel convegno si è parlato di Spinelli, ma anche del “sentimento dell’Europa nel tempo” e dell’attualità delle idee federaliste con riguardo ai rapporti dell’Europa con i territori locali e alle tematiche della migrazione, chiudendo con uno sguardo al futuro. «Un incontro utile – ha sottolinea
to la moderatora della Tavola valdese Alessandra Trotta – di approfondimento su un sogno maturato in un momento di tragedia e che oggi necessita di essere completato, anche se molta strada è stata fatta”.
Il sindaco di Torre Pellice Marco Cogno ha posto l’accento invece sul fatto che, come riportato nella targa inaugurata, «passa dai piccoli luoghi la grande storia e il desiderio di pace europeo», fatto che peraltro trova una sua significativa manifestazione anche nel passaggio di Spinelli da Torre Pellice dopo la fondazione del Movimento federalista europeo a Milano, a casa di Mario Alberto Rollier che era di famiglia valdese.
Se i luoghi non sembrano centrali, è stato ricordato però che Torre Pellice a fine Ottocento era già, a livello nazionale, la sede di un’importante movimento per “l’arbitrato e il federalismo”: «perché sono le idee e le persone che le praticano a essere importanti». Questo è sembrato essenziale nel guardare al 1943 a Torre Pellice, ma anche all’oggi: perché l’Europa non si ferma e sta a noi farla crescere raccogliendo le sfide e le eredità che uomini come Spinelli, Rossi, Rollier e altri ci hanno lasciato.
Molte le parole chiave emerse nell’incontro a cominciare dalla parola “attivismo”, sottolineata dallo storico Pietro Graglia, che ha studiato a fondo la figura di Spinelli, ma anche dagli storici Filippo M. Giordano e Stefano dall’Acqua, studiosi del Federalismo e dell’azione di Mario Alberto Rollier. La necessità di agire è sembrato uno dei punti cardine nel fare riferimento all’idea di “Stati uniti d’Europa” e all’essere “padroni del proprio destino”.
Se la “libertà”, altra parola chiave, è sicuramente il punto di partenza, oggi occorre essere attivi lavorando ancora molto per superare la disinformazione sia “sul cosa si è” sia su quello che è la macchina politica dell’Europa. «Occorre – ha detto l’on. Valdo Spini – agire perché l’opinione pubblica si mobiliti e richieda una riflessione sui grandi temi». Il sogno è un’Europa libera che agisce e che non può «lasciare indietro temi come le migrazioni e l’accoglienza», come ha sottolineato per parte sua Libero Ciuffreda del Consiglio della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia.
L’Europa chiaramente è fatta dai cittadini e il «sentimento dell’Europa precede l’azione politica per la sua unificazione», come ha ricordato Bruna Peyrot, presidente della Fondazione Centro culturale valdese; oggi però la questione della “lontananza dell’Unione europea” è un qualcosa da superare, occorre uno sguardo diverso anche da parte delle amministrazioni locali, «un guardare all’Europa – ha detto Maurizia Allisio, vicesindaca di Torre Pellice – non come a un dispensatore di fondi o come a qualcuno che pone limitazioni». «L’Europa comunque non è ferma»: questo ha sottolineato in maniera forte Luisa Trumellini, segretaria nazionale del Movimento Federalista europeo; e Pier Virgilio Dastoli, presidente del Movimento europeo in Italia, ha lanciato in chiusura una parola d’ordine: «occorre un “ritorno al futuro”. Serve guardare all’azione di figure come Spinelli, alla loro elaborazione che mirava avanti».
In conclusione si può dire che l’Europa è in cammino se l’obiettivo è arrivare «alla federazione degli stati civili», come si leggeva nello statuto della “Società per la pace” di Torre Pellice nel 1895. Molta strada resta però da fare e occorre sentirsi cittadini di qualcosa di più grande; una giornata come quella del 31 agosto ha avuto anche questo risultato, e le circa duecento persone che hanno assistito al convegno, oltre alle molte centinaia che si sono assiepate alla mattina, ne sono una bella testimonianza.