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Lotta all’antisemitismo nel calcio, firmata la dichiarazione d’intenti

Portare più concretezza nel contrasto all’antisemitismo dentro e fuori gli stadi. È l’obiettivo di una dichiarazione d’intenti sottoscritta il 27 giugno al Viminale, nel corso di una cerimonia che ha visto l’intervento di rappresentanti delle istituzioni e del mondo ebraico. Ne parla Moked.it, uno dei portali informativi delle comunità ebraiche italiane.

Un accordo dal «grande valore simbolico e non solo, per il mondo dello sport, per i valori che incarna e che ha evocato» la valutazione del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che ha apposto la propria firma insieme al ministro con delega a Sport e Giovani Andrea Abodi e al coordinatore nazionale per la lotta contro l’antisemitismo Giuseppe Pecoraro.

Il documento sarà poi sottoscritto dal presidente della Federcalcio Gabriele Gravina, rappresentato dal segretario generale Marco Brunelli. «C’è tanto da fare, sono molto contento di questa iniziativa» le parole del ministro Piantedosi nell’introdurre alcune linee guida condivise dai firmatari: dalla centralità che andrà a rivestire la definizione di antisemitismo dell’Ihra alle modalità di interruzione delle partite in caso di episodi di odio, per arrivare alla valorizzazione dei comportamenti proattivi da parte dei club.

Tra i punti annunciati l’intenzione di bandire l’assegnazione del numero di maglia 88 per evitare possibili strumentalizzazioni da parte di gruppi neonazisti. L’urgenza, ha detto il ministro Abodi, «è quella di passare dalle parole ai fatti, con una serie di contenuti esaustivi nella loro semplicità rispetto al salto culturale che vogliamo compiere». Partendo dal calcio, il primo tassello di un percorso, «ma agendo anche con altre federazioni sportive».

Un documento «concreto e che può dare grandi risultati», il commento di Pecoraro. «Servirà un’applicazione adeguata da parte delle società, è finito il momento delle sole litanie di condanna», ha poi aggiunto l’ex prefetto di Roma. Per Brunelli, la dichiarazione costituisce «un punto di partenza a nome di tutto il mondo del calcio». Un apprezzamento è arrivato anche dalla presidente Ucei Noemi Di Segni, in collegamento da Gerusalemme, che ha lodato «celerità e concretezza» di chi ha lavorato alla stesura del documento.

A riassumere questa sfida, ha poi evidenziato, lo slogan “Dare un calcio al razzismo”. In questo senso, il suo messaggio, «è molto importante l’esempio che l’Italia darà anche a livello internazionale». Presenti alla firma, tra gli altri, la presidente uscente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello e il segretario generale Ucei Uriel Perugia.

L’iniziativa odierna segue di alcuni giorni il convegno “L’antisemitismo nello sport” svoltosi nella Sala del Refettorio della Camera dei Deputati. Commentando con Pagine Ebraiche il significato di questa intesa, Pecoraro ha spiegato di attendersi «una pubblicazione e diffusione adeguate, che ci permettano di far sì che certi episodi non si ripetano mai più: il nostro documento si pone infatti anche come un deterrente». Di pari passo, prosegue, vi è poi «il dovere di svolgere un’azione culturale, favorendo il più possibile la costruzione di rapporti sani e sereni dentro gli stadi».