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Inaugurata a Torre Pellice (To) la Pietra d’inciampo per Jacopo Lombardini

Una bandiera tricolore è stata sollevata nel tardo pomeriggio di venerdì 21 aprile a Torre Pellice, in via Beckwith 3, sede oggi della Fondazione Centro culturale valdese e nel 1944, all’epoca dell’arresto di Jacopo Lombardini, convitto per gli orfani di guerra.

Sotto, la Pietra d’inciampo dedicata alla figura del partigiano e predicatore, ucciso nel campo di sterminio di Mauthausen. A scoprire il “sanpietrino” Giulio Giordano, uno degli ultimi partigiani e gli studenti del Liceo valdese che hanno dedicato tempo e studi alla figura di Lombardini: un’ideale e importante passaggio di consegne fra generazioni lontane ma con valori condivisi. Il Convitto è stata l’ultima abitazione nota di Lombardini, da cui però venne invitato ad allontanarsi (e la vicemoderatora Erika Tomassone, a nome della Tavola valdese, si è scusata per questa azione).

La giornata del 21 è stata ricca e molto, più delle aspettative, partecipata: al mattino nell’Aula sinodale un momento dedicato alle scuole secondarie di primo grado (di Torre Pellice e Luserna San Giovanni) mentre nel tardo pomeriggio i partecipanti hanno potuto “calarsi” nella realtà del tempo, con una visita guidata ai locali della Fondazione, che sono stati raccontati per come erano utilizzati quando ancora era in funzione il Convitto.

Poi, in un’Aula sinodale gremita, sono stati numerosi gli interventi per ricordare Lombardini e la sua storia di partigiano e uomo: partigiano senza fucile (mentre fu un “interventista” nella Grande Guerra), predicatore laico sulle montagne della val d’Angrogna, dove venne catturato durante il rastrellamento nazifascista da cui iniziò il suo calvario, raccontato in modo completo e impeccabile dagli studenti e dalle studentesse del Liceo valdese.

Luigi Cesare Grosso Campana e Pietro Sardi. Questi i nomi presenti sulle altre due Pietre d’inciampo nel Pinerolese. Grosso Campana era un avvocato pinerolese nato a Frossasco, deportato e ucciso a Deblin-Irena: la “pietra” è stata postata in via Palestro 8 a Pinerolo nel 2018. Sardi è invece stato un medico condotto arrestato a Bibiana e deportato a Mauthausen da dove, uno fra pochi, riuscì a tornare, contribuendo a far arrestare i suoi aguzzini e a istituire il processo contro gli assassini di Emanuele Artom. La sua “pietra” è a Bibiana in via Roma 39 ed è stata posta nel 2022. Sardi si trasferì a Castellazzo Bormida, sua città natale, dove morì nel 1977.

Il “Pullman della Memoria”: questo il nome dell’iniziativa che il Liceo valdese porta avanti ormai da 10 anni, e che percorre le tappe della deportazione di Lombardini (tappe simili per tutti coloro che dall’Italia finirono nei campi di sterminio). Caserma Ribet, Torre Pellice; poi la caserma Pettinati di Luserna San Giovanni e le carceri Nuove di Torino, luoghi di prigioni e tortura. Fossoli e Bolzano, campi di smistamento, prima di arrivare a Mauthausen dove venne ucciso il 25 aprile del 1945 mentre i suoi compagni completavano l’opera di liberazione dalla tirannia nazifascista e gettavano le basi per l’Italia democratica e laica.


Foti di Samuele Revel