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La Federazione protestante francese formula raccomandazioni per prevenire la violenza sessuale nelle sue istituzioni

La Federazione protestante di Francia (Fpf) ha pubblicato un documento di raccomandazioni per prevenire la violenza sessuale e spirituale nel protestantesimo in un rapporto reso pubblico nei giorni scorsi.
La Federazione afferma di non disporre di «dati statistici complessivi sul numero di vittime di violenze sessuali commesse da pastori e laici all’interno di chiese, istituzioni, opere e movimenti protestanti» (compresi gli evangelici), anche se «le varie chiese protestanti, le unioni o le federazioni di chiese (…) sono a conoscenza di casi particolari».

Il documento, che accoglie il lavoro della Commissione Sauvé pubblicato nell’autunno del 2021 sulla pedocriminalità nella Chiesa cattolica, vuole essere un mezzo per «sensibilizzare tutti gli operatori del mondo protestante sulla realtà e la gravità della violenza sessuale e spirituale», nonché sulle «misure da adottare» e sulle «procedure da mettere in atto» per sensibilizzare e prevenire qualsiasi rischio.

Il testo elenca una dozzina di raccomandazioni. Una di queste chiede di mettere a disposizione dei dirigenti della Federazione protestante «un protocollo di intervento in caso di sospetto di comportamento inappropriato da parte di uno dei loro membri». Un’altra raccomandazione richiede la stesura di «un codice etico per pastori e leader» e che «i pastori, legalmente vincolati dal segreto professionale, siano incoraggiati (…) ad accompagnare le vittime nei loro procedimenti giudiziari e ad avvalersi consapevolmente della possibilità prevista dalla legge di revocare tale segreto».
Altre misure sono di buon senso: «limitare le situazioni in cui un minore è solo in presenza di un adulto» o evitare «il reinserimento del reo nella comunità in cui ha commesso il reato, dopo aver scontato la pena, anche se lo desidera».L’Fpf afferma inoltre che «ogni vittima di violenza dovrebbe essere ascoltata in modo confidenziale» e che «la cura pastorale dovrebbe concentrarsi sull’ascolto, il sostegno e l’accompagnamento della vittima in un processo di recupero spirituale».

«Sì, ci sono vittime di violenza sessuale e spirituale nelle chiese e nelle associazioni protestanti», afferma Valérie Duval-Poujol, vicepresidente della Federazione protestante francese. Il testo denominato “Violenza sessuale e spirituale. Osservazioni, analisi, impegni e raccomandazioni”, redatto dalla Commissione Etica e Società della Fpf è a disposizione a questo link. Un documento di 64 pagine che presenta in apertura quattro testimonianze di vittime abusi all’interno del mondo protestante. Un modo per affermare che le vittime e le loro parole sono al centro dell’approccio. Il testo prosegue con un’analisi e una riflessione teologica e si conclude con una serie di raccomandazioni concrete.

Jean-Gustave Hentz, presidente della Commissione Etica e Società della Fpf e coautore del documento, intervistato da Jean-Luc Gadreau per il sito Forum Protestant, racconta come «Oggi sempre più persone conoscono qualcuno nella loro famiglia o nella loro cerchia che ha subito una violenza sessuale. Anche se non ci sono necessariamente più casi di violenza sessuale rispetto al passato, la parola è stata liberata, per fortuna. La violenza sessuale colpisce tutte le persone: uomini, donne e bambini e di ogni provenienza, non solo le persone svantaggiate. Nessuna categoria della popolazione è risparmiata, nessuna istituzione, nemmeno la Chiesa. Nella maggior parte dei casi, l’aggressione è commessa da una persona conosciuta dalla vittima, un amico intimo, una guida spirituale, un vicino di casa, un familiare che approfitta della fiducia che la vittima ripone in lui per fare leva su di lei e farle violenza. Gli ambienti protestanti non sono immuni da questo male, ahimè».

Il documento sottolinea come non «Non ci sia motivo per cui la percentuale di abusi debba essere diversa nel protestantesimo rispetto a quanto emerso nella Chiesa cattolica».
Ancora Jean-Gustave Hentz: «Non avremmo mai immaginato che sarebbe stato un lavoro così grande! Non avremmo mai potuto immaginare quanto avremmo trovato e quanto avremmo dovuto metabolizzare e poi proporre. Abbiamo quindi iniziato (questo è ovviamente criticabile) dicendoci che non c’era alcun motivo per cui la percentuale di protestantesimo fosse diversa da quella riscontrata nella normale popolazione francese. Questo è stato il punto di partenza».

Il testo biblico di accompagnamento presente nel documento è quello 2 Samuele 13, 1-18, il drammatico episodio dello stupro di Tamar.
«Quando cercavamo un passo biblico su cui concentrare il nostro lavoro, questo testo ci è venuto incontro per diversi motivi – commenta ancora Hentz-. Il primo è la sua bruciante attualità. Inoltre, mette in luce almeno due aspetti fondamentali della violenza sessuale. In primo luogo, il fatto che in oltre il 50% dei casi avviene all’interno della famiglia. E il fatto che tutto si basa su una presunta fiducia tra l’aggressore e la vittima. A questo proposito, credo che questo testo sia necessario.

«La violenza spirituale e la violenza sessuale sono molto spesso collegate» si legge ancora nel documento e Hentz afferma che «Sì, nessun tipo di chiesa è risparmiato. Le grandi chiese americane di tipo congregazionale, cioè quelle guidate da una personalità carismatica, sono particolarmente in pericolo. Ci sono stati diversi esempi negli ultimi dieci anni e questo dimostra fino a che punto nel protestantesimo, ma anche nel cattolicesimo, la violenza spirituale e la violenza sessuale sono molto spesso collegate».