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Riconoscimento a Deborah D’Auria per l’impegno nell’insegnare i diritti nelle scuole

Lunedì 10 dicembre, in piazza Indipendenza (Pomezia) nell’ambito della manifestazione cittadina per celebrare il 70esimo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani – il gruppo «Litorale Romano» di Amnesty International-Italia, che abbraccia tutta la zona a sud di Roma tra cui le periferie difficili come Ostia e Pomezia – ha consegnato una targa di riconoscimento a Deborah D’Auria, insegnante di lettere presso l’Istituto comprensivo «Orazio», ed evangelica battista, «per l’impegno e la capacità di trasmettere ai giovani la sua passione per la difesa dei diritti umani».

L’Istituto comprensivo «Orazio» ha partecipato con una nutrita rappresentanza al meeting e alla marcia per la pace Perugia-Assisi 2018, è parte delle Scuole di Pace che seguono le iniziative promosse dal Coordinamento Nazionale delle Scuole per la Pace, ed ha orientato il Piano triennale dell’offerta formativa (PTOF) come azione educativa e pedagogica sui temi dei diritti umani e della pace.

«L’educazione alla pace, ai diritti e alla legalità sono al primo posto dell’azione formativa svolta dal nostro istituto – dice D’Auria, raggiunta telefonicamente –. Da quest’anno la nostra scuola è ufficialmente una scuola “Amica dei diritti”: molte sono le classi dalla scuola Primaria alla secondaria di I grado che seguono i percorsi di educazione ai diritti proposti da Amnesty International. In maggio parteciperemo con una delegazione di alunni e alunne, come è avvenuto per il meeting e la marcia Perugia-Assisi, all’esperienza della “Nave della legalità”, proposta dall’Associazione Libera».

La scuola, dunque, pensata e vissuta come un grande spazio di incontro e di crescita delle persone, a cominciare dalla tenera età. «La pace e i diritti umani s’insegnano e si imparano – prosegue Deborah D’Auria –, e per questo la scuola ha una responsabilità speciale. Del resto, se la scuola non educa ai diritti, a cosa educa? Aggiungo che la scuola è un grande laboratorio di relazioni, una grande palestra di vita; uno dei pochi luoghi pubblici che funzionano come comunità. Per educare alla pace e ai diritti, la scuola deve cercare di essere una comunità di pace e di diritti, un posto in cui si cresce e ci si allena a vivere in pace, e in cui si studia e si fa esperienza di difesa e affermazione dei diritti, propri e quelli altrui. Io ci credo! Spero che i nostri alunni e le nostre alunne abbiano i diritti umani nella mente e nel cuore. Noi insegnanti, insieme alle famiglie e alle istituzioni, siamo chiamati a riconoscere, assumere e attuare le proprie responsabilità educative: è nostro compito contribuire con responsabilità all’educazione e alla formazione dei nostri bambini e ragazzi, affinché ciascuno di loro possa essere artigiano della pace e divenire protagonista della costruzione di un mondo più giusto, libero e solidale».